Ambito: Scuola veneto-lombarda
Tecnica: olio su tavola; dimensioni: 68 x 55
Soggetto: Sacra famiglia con sant’ Anna e paesaggio urbano.
Epoca: fine ‘ 500
La gradevole tavola che presentiamo, raffigurante la Sacra Famiglia con sant’Anna (sulla sinistra) costituisce una rielaborazione in termini più popolari e certamente meno osservanti dell’acribia del dettaglio anatomico di celebri antecedenti compositivi di Raffaello (Madonna della perla) e Giulio Romano (Madonna della gatta).
Più simile al secondo modello che al primo, il nostro dipinto rivisita semplificando il tradizionale schema piramidale, eliminando la figura del san Giovannino, ma, dato interessante, potenziando l’elemento architettonico attraverso l’inserzione della scena in un paesaggio urbano di pregevole fattura, in cui è possibile riconoscere un ponte (forse il ponte scaligero di Verona) con una torre (quella di Castelvecchio?).
La maggiore orizzontalità nell’assetto geometrico della scena nonché un cromatismo più acceso e disteso rispetto al modello di Giulio Romano, tracciano le coordinate di un imprinting originale, capace di spaziareriallacciandosi alle note Madonne con Bambinodi Fra Bartolomeo, il tutto ritradotto in termini meno lirici, certamente contraddistinti da un abbandono del platonismo formale del pittore evocato con maggiori concessioni al realismo, talvolta parossistico per i ricordati tratti popolareggianti, che investono tutti i personaggi, dalla sant’Anna al Bambino a san Giuseppe con l’eccezione parziale della Vergine Maria, contraddistinta in tutta la sua sacralità dai colori blu (che richiama il cielo, il trascendente, la purezza) ed il rosso (dalla valenza cristologica, in quanto prefigurazione simbolica della passione di Cristo).
Nell’ antinomica convivenza di umano e divino, quotidiano ed eterno, forma e materia, un messaggio tutt’altro che marginaleincarna la presenza del gatto, situato sulla sinistra della scena, ai piedi della sant’ Anna e di fronte la Vergine, quasi in posa di alterità così rappresentando la quotidianità del male (di cui l’animale come nell’ icastica Annunciazione del Lotto è tradizionalmente simbolo) celato nelle mura stesse del focolare domestico, di cui è altresì tradizionalmente evocativo.
In una composizione che vive di contraddizioni, non da ultima quella tra mondo urbano, espressione visiva dell’armonia microcosmica, ed il ricordato focolare domestico, l’equilibrio dei contrari sembra essere la chiave di lettura più adatta per penetrare a fondo un cosmo, quello tardo-rinascimentale, in cui è l’uomo è al centro dell’universo, mirabilmente sublimato dal mistero dell’Incarnazione qui contemplato.