XVII secolo, da Raffaello Sanzio, Madonna del Divino Amore

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Descrizione dell’oggetto d’antiquariato :

"XVII secolo, da Raffaello Sanzio, Madonna del Divino Amore"

XVII secolo, da Raffaello Sanzio

Madonna del Divino Amore

Olio su tela, cm 108 x 141

Con cornice, cm 127 x 149


L’opera in esame, riferibile al XVII secolo, recupera la celebre Madonna del Divino Amore di Raffaello Sanzio (Urbino, 1483 – Roma, 1520), un dipinto a olio su tavola di legno realizzato con l’intervento di alcuni allievi della sua bottega intorno al 1516-1518 circa, attualmente conservata presso il Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli, dove fa parte della prestigiosa Collezione Farnese, testimonianza della sua acquisizione da parte del Cardinale Alessandro Farnese il Giovane nel 1564.

Secondo le fonti storiche, in particolare le Vite di Giorgio Vasari, il dipinto fu eseguito per Leonello Pio da Carpi, signore di Meldola, committenza emblematica del successo raggiunto dall’artista urbinate, le cui opere erano richieste dalle più influenti famiglie dell'epoca. Il titolo che porta oggi, Madonna del Divino Amore, gli fu attribuito solo nel 1824 in riferimento alla pubblicazione di una litografia che riproduceva la Madonna di Raffaello nel volume tedesco Rafael Sanzio aus Urbino di Friedrich Rehberg, che sottolineava la centralità del tema della carità e dell'amore spirituale e materno all’interno della composizione.

L'opera è impostata sullo schema iconografico della Sacra Famiglia con Sant'Elisabetta e San Giovannino, una tipologia che Raffaello aveva già esplorato con successo (si veda ad esempio la Sacra Famiglia Canigiani presso la Alte Pinakothek), raggiungendo qui l’apice della sintesi. La composizione, costruita su un modello piramidale tipicamente rinascimentale, vede le cinque figure raccolte in un ambiente architettonico scuro e solenne, in stile classicheggiante, con un'apertura sullo sfondo che rivela un paesaggio appena accennato. La Vergine Maria, seduta in primo piano a sinistra, con le mani giunte in una posa di tenera contemplazione sorregge sulle ginocchia il Bambino, quest’ultimo proteso in un gesto dinamico e benedicente verso il San Giovannino, inginocchiato sulla sinistra inginocchiato mentre porge la sua croce astile, simbolo del futuro sacrificio di Cristo, in un gesto di profetica preghiera o offerta. L'interazione tra i bambini, con la croce come fulcro visivo, conferisce al dipinto un intimo significato teologico: l'incontro tra i cugini anticipa e simboleggia, infatti, il futuro sacrificio e la Passione di Cristo. Dietro questo primo gruppo centrale appare l’anziana Santa Elisabetta che, intenta a reggere il Bambino, crea con la sua presenza un triangolo compositivo che dona un ulteriore piano di profondità emotiva alla scena. Infine, l’artista sceglie di mostrarci anche un San Giuseppe defilato, posto sullo sfondo in posizione eretta e quasi nascosta, che osserva la scena attraverso un'apertura architettonica enfatizzando la sua funzione di custode silenzioso e testimone del mistero divino. Nel dipinto qui presentato, l'uso di una palette cromatica intensa – in particolare il rosa vivo del manto della Vergine, il blu saturo delle sue vesti e i toni terrosi delle figure più anziane – e la gestione della luce, che enfatizza le carni morbide dei bambini ed i volti intensi, suggeriscono una datazione nel XVII secolo, forse nell'ambito della pittura devozionale italiana o di una scuola regionale influenzata dai grandi maestri del Cinquecento, nonostante venga pienamente rispettata l’armonia formale raffaellesca. Al di là dell’elevata qualità stilistica, l'opera si distingue per l'intensa carica emotiva: gli sguardi ed i gesti, in particolare quello di Sant'Elisabetta e di San Giuseppe sullo sfondo, suggeriscono una meditazione sul destino dei due bambini, inserendo un elemento di solitudine e consapevolezza del sacrificio divino in un'atmosfera altrimenti serena. L'opera è, in definitiva, un esempio fondamentale per far rivivere la pittura romana di Raffaello, che coniuga la perfezione formale del Classicismo con una crescente sensibilità per la narrazione emotiva e la monumentalità delle forme.




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Prezzo: 5 000 €
Epoca: XVII secolo
Stile: Altro stile
Stato: Buono stato

Materiale: Olio su tela
Lunghezza: 108
Altezza: 141

Riferimento (ID): 1650909
Disponibilità: Disponibile
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