XIX secolo, da Boccaccio Boccaccino (Ferrara, prima del 1466 – Cremona, 1525)
Sposalizio mistico di Santa Caterina
Olio su tela, cm 77 x 136
Con cornice, cm 100 x 163
Il nostro dipinto si conforma come una replica ottocentesca di un celebre ritratto del pittore di cultura visiva cremonese Boccaccio Boccaccino, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina attualmente conservato presso le collezioni delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Il dipinto delle Gallerie dell’Accademia realizzato da Boccaccio Boccaccino intorno al 1506 durante il suo secondo soggiorno veneziano, è firmato dall'artista sul cartiglio in basso a destra. Il dipinto raffigura il tradizionale tema del matrimonio mistico di Santa Caterina con Gesù Bambino, ovvero la visione in sogno in cui la santa sposa misticamente Cristo. Alla scena assistono anche i santi Lucia, Pietro e Giovanni Battista. Stilisticamente, l'opera rivela un chiaro debito verso il lirismo pastorale della pittura giorgionesca, grande punto di riferimento per quanto concerne la stagione veneziana dell’attività del Boccaccino. Il paesaggio autunnale, sebbene ricordi quello della Sacra Conversazione di Vittore Carpaccio, si fonde armoniosamente con le figure grazie a un espediente tonale che richiama I Tre Filosofi di Giorgione. Lo sfondo è ricco di dettagli narrativi: a sinistra si intravedono l'annuncio degli angeli ai pastori e la partenza per l'Egitto, mentre a destra compaiono la fuga in Egitto e la cavalcata dei Re Magi. Boccaccino attinge a molteplici ispirazioni: i volti femminili ricordano le fisionomie di Raffaello e Bramantino, Gesù Bambino e San Pietro mostrano influenze belliniane, e il Battista richiama quello di Cima da Conegliano. La composizione orizzontale, quasi paratattica, impiega lo schema piramidale di invenzione leonardesca per focalizzare l'attenzione sulla Vergine con il Cristo bambino, che sembrano isolarsi dai santi vicini. Infine, l'ambientazione all'aperto, la disposizione ariosa e l'accurata definizione dei preziosi tessuti interrotti da panneggi rigidi richiamano la Festa del Rosario di Dürer, un'opera realizzata per l’altare maggiore della chiesa di San Bartolomeo proprio nell'estate dello stesso 1506. Questo capolavoro di Boccaccino non solo testimonia la sua abilità, ma anche la sua capacità di integrare diverse influenze artistiche in una sintesi unica. Boccaccio Boccaccino è stato un importante pittore italiano del Rinascimento, attivo tra la fine del XV e il primo quarto del XVI secolo. La sua carriera artistica si snodò principalmente tra i ducati di Milano e Ferrara e la città di Venezia, dove fu uno dei più significativi interpreti della maniera giorgionesca. Nato a Ferrara, le sue prime esperienze artistiche sono poco documentate, ma già nell'ultimo decennio del Quattrocento Boccaccino godeva di una consolidata fama, lavorando in diverse città del nord Italia, inclusa Genova (dove nel 1493 realizzò una Maestà oggi perduta). Nel 1497 è attestato a Cremona, città che diventerà il centro della sua attività. Successivamente fu anche a Milano, dove pare fosse stato eletto pittore di corte. Con l'inizio del Cinquecento, la sua produzione mostra suggestioni emiliane, toni classici derivati da Lorenzo Costa e Francesco Francia, e influenze milanesi da Bernardo Zenale, Giovan Antonio Boltraffio e Bramantino. Tuttavia, Boccaccino si dimostra particolarmente sensibile alle novità veneziane, assorbendo la "maniera grande" di Giovanni Bellini e di Giorgione, come si può notare nell'Adorazione dei Magi (oggi a Capodimonte) e in diverse Madonne con il Bambino. Un soggiorno a Venezia nel 1506 fu cruciale per la sua maturazione artistica, dove assimilò ulteriormente il lirismo pastorale e la fusione tonale tipici di Giorgione. Successivamente, dopo un periodo a Roma intorno al 1514, Boccaccino fu tra i primi a divulgare un precoce "raffaellismo" e la sensibilità ritrattistica di Sebastiano del Piombo, riportando queste influenze nella pittura padana.
Luigi Lanzi lo definì "il miglior moderno fra gli antichi, e il miglior antico fra i moderni", sottolineando la sua capacità di innovare pur mantenendo un legame con la tradizione. Boccaccino aprì una bottega a Cremona, dove formarono artisti come Benvenuto Tisi, detto il Garofalo, e suo figlio Camillo Boccaccino. Tra le sue opere più note si ricordano la Zingarella (Firenze, Galleria degli Uffizi), l'Adorazione dei pastori (Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte), l'Andata al Calvario (Londra, National Gallery) e la Madonna col Bambino e uccellino (Milano, Pinacoteca di Brera).
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