Scuola italiana, fine XVI secolo
Ritratto di Simon Stevin
Olio su ardesia, cm 36 x 27
Iscrizione: Aetatis sua XXVII- Anno dom. MDLXXXXI
L’ovale in ardesia qui presentato ritrae con ogni probabilità Simon Stevin (italianizzato Simone Stevino), noto anche come Simone di Bruges, un importante ingegnere, fisico e matematico fiammingo, vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento. Opponendosi al dominio spagnolo delle Fiandre, si stabilì nei Paesi Bassi dove si dedicò all'ingegneria idraulica, lavorando alla progettazione e costruzione di dighe e canali. La sua competenza lo portò ad essere nominato intendente generale dei lavori pubblici delle Province Unite dal principe Maurizio di Nassau. In meccanica, diede un contributo fondamentale alla statica con l'ingegnoso studio delle condizioni di equilibrio di due pesi collegati su piani inclinati, e fu tra i primi a studiare l'accelerazione nella caduta dei gravi, mettendo in discussione la concezione aristotelica. In campo matematico, è noto per aver operato in modo determinante per la diffusione in Europa del sistema numerico posizionale basato sulla suddivisione decimale e per l'introduzione della notazione per i numeri decimali. Scrisse opere su trigonometria, prospettiva, architettura, teoria musicale, geografia e navigazione. La datazione dell’opera risulta facilmente individuabile grazie alle due iscrizioni che contornano il ritratto: la prima riporta la sua età, 27 anni, mentre la seconda indica l’anno in cui venne ritratto, ovvero il 1586 oppure 1591. I vestiti, tra cui si nota subito la gorgiera rigida, usata per tutto il corso del Cinquecento sebbene in Italia e in Spagna verrà mantenuta questa specifica tipologia nel periodo tra il 1590 e il 1620, che sarà caratterizzato ancora dal predominio spagnolo nella moda. Nelle nazioni nordiche la gorgiera non viene più inamidata, mentre in Spagna e Italia la moda della gorgiera rigida persisterà fino al 1640. Stevin viene effigiato con in mano un compasso, strumento che di fatto ne indica la professione: quest’ultimo veniva infatti usato da navigatori, per calcolare le rotte e il moto delle stelle, dagli astronomi o dagli ingegneri dell’epoca per i relativi disegni e calcoli. Il ricco giubbetto smanicato dorato, aperto sull’addome, si abbina con le righe e i bottoni che adornano la camicia sottostante; questi abiti indicano la condizione agiata del soggetto mentre il foglio e il compasso ci specificano che egli deve aver un grado di istruzione superiore a quello popolare. Egli viene colto di sfuggita dal ritrattista, quasi che si fosse appena accorto della sua presenza, conferendo così al ritratto una certa naturalezza e spontaneità, lontana dalla concezione dello state portrait, genere di ritratto più ufficiale con cui erano soliti farsi immortalare i nobili e regnanti europei.


































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