Attribuito a Giovanni Antonio de Pieri detto lo Zoppo (1671-1751)
Adorazione dei Magi
Olio su tela, cm 93 x 60
Con cornice, cm 106 x 74
Datato 1703 in basso al centro
L’Adorazione dei Magi che qui presentiamo appartiene all’area veneta e in particolar vicentina, mentre per quanto riguarda la datazione ci giunge in aiuto la cifra scritta in basso al centro che riporta chiaramente il 1703. Il nome, invece, a cui va riferita la tela è quello di Giovanni Antonio de’ Pieri, artista nato a Vicenza e attivo soprattutto nella città di origine. La critica ha rivelato sin da subito la sua capacità di far proprie le istanze di pittori coevi come Antonio Balestra, i tenebrosi di estrazione veneziana, il conterraneo Francesco Maffei di cui fu allievo, pioniere del barocco veneto, e Giulio Carpioni. In questa tela si possono notare gli spunti tecnici del Maffei, con una pennellata fluida e veloce caricata da colori capaci di vivacizzare la scena; al contempo però egli non asseconda la stessa frenesia narrativa nella raffigurazione del soggetto mantenendo un impaginazione più classica, piana e organizzata e perciò più vicina all’idea disegnativa del Carpioni e alla raffinata posatezza del Balestra, da notare nella compostezza delle pose e nell’ordinata impaginazione. La biografia dell’artista vede una stabilizzazione stilistica a partire dal primo decennio del Settecento, periodo da cui poi inizierà una consolidata attività focalizzata soprattutto sui soggetti sacri, come il nostro, ma anche di cicli decorativi, come quello perduto che si trovava in Palazzo Tecchio a Vicenza, ritratti, fra cui va citato di Andrea Nicolio, e soggetti allegorici o mitologici, come l’Allegoria dell’Inverno al Museo Civico di Vicenza. L’andamento della sua carriera non fu lineare, sia per le molti suggestioni che continuarono a far evolvere e modificare il suo stile personale sia per una certa tendenza a sbalzi qualitativi improvvisi, forse da inserire in un costante processo di messa in discussione della propria arte. Il risultato che riguarda quest’opera è sicuramente da inserire nella categoria che qualitativamente esaltò la figura del de’ Pieri agli occhi dei committenti veronesi e vicentini, sia per l’esplosione vivace dei colori sia per l’armonioso disposizione delle figure e delle architetture. Il confronto con due adorazioni, una dei Magi l’altra dei pastori, conservate nella diocesi di Trento e appartenenti alla sua cerchia, ci permette di individuare delle linee guida rispetto alla resa dei volti dei personaggi osservando in particolar modo il bambin e la Vergine.