Il pittore ritrae una scena festosa di banchetto in cui i clienti di una locanda di campagna vengono intrattenuti da due musicisti itineranti, intenti a cantare e suonare. L’atmosfera è gioiosa: Sorbi rende magnificamente l’espressione di ognuno dei personaggi del dipinto, dimostrando la sua tecnica precisissima e virtuosa. La bravura di Sorbi si rivela anche nella resa della luce che dona grande luminosità alla scena, restituendo il bagliore di giornata di sole all’aperto.
Sul retro, il quadro riporta ancora un antico cartiglio di una galleria londinese, la Mitchell Galleries Ltd., la quale potrebbe aver acquisito il dipinto presumibilmente nella prima metà del Novecento.
BIOGRAFIA:
Raffaello Sorbi nacque a Firenze il 24 febbraio 1844. Iniziato al disegno dal padre, si iscrisse poi, nel 1858, all’Accademia di Belle Arti della sua città, seguendo gli insegnamenti di Antonio Ciseri.
Nel 1861 si presentò all’Esposizione nazionale di Firenze con il suo La morte di Corso Donati, in quale fu apprezzato e gli valse il primo posto al concorso triennale. Assieme a lui all’Esposizione si trovavano anche gli artisti che per lui erano punti di riferimento: Stefano Ussi, Domenico Morelli e anche i Macchiaioli. Proprio questi ultimi, però, criticarono il suo primo stile più vicino all’accademismo neoclassico e romantico, tanto amato dal pubblico. Allora Sorbi fece tesoro delle critiche e andò verso uno stile che rendesse i suoi dipinti più attinenti alla realtà.
Il suo stile pittorico era caratterizzato dalla grande attenzione che metteva nel disegno e lo studio meticoloso per la ricostruzione delle ambientazioni storiche: dalle scene di genere nei cortili pompeiani, a quelle della Roma Imperiale fino alla Firenze medievale e alle scene d’interno in costumi settecenteschi.
La sua abilità fu apprezzata anche dal Re Vittorio Emanuele II che, nel 1863, gli commissionò un dipinto raffigurante Piccarda Donati fatta rapire dal convento di Santa Chiara dal fratello Corso, conservato a Palazzo Pitti. Nello stesso anno ebbe un altro riconoscimento: vinse una borsa di studio a Roma con il suo Savonarola che spiega la Bibbia ai monaci e ad amici nel Convento di S. Marco, ma decise di non partire e rimase nella sua Firenze. Nella sua città ebbe modo di conoscere meglio gli artisti macchiaioli e la loro pittura, raccolti al Caffè Michelangiolo: in particolare, svolse uno studio sulla luce dei loro dipinti. L’influenza dei Macchiaioli si vide in particolare nei paesaggi che Sorbi eseguì dopo gli esordi con i soggetti storici.
La gran parte delle sue opere, in ogni caso, ebbero dei soggetti storici, opere per cui Sorbi acquistò in breve tempo un grande successo grazie alla sua tecnica precisa e l’accuratezza nella costruzione delle scene, soprattutto per le scene storiche antiche. I soggetti furono certamente ispirati e andarono di pari passo con le nuove scoperte in campo archeologico del sito di Pompei. Il lavoro di Sorbi ebbe un arricchimento nel 1872, quando firmò un contratto per sette anni con il famoso mercante francese Eugène Goupil: con lui il pittore divenne uno degli artisti più apprezzati internazionalmente. Proprio i suoi dipinti storici erano ricercati da molti collezionisti europei. Oltre ai dipinti per Goupil, Sorbi espose le sue opere nelle esposizioni italiane e nei Salon parigini.
Tornato in Italia, ebbe modo di provare anche la carriera accademica come insegnante, diventando docente dell’Accademia di Belle Arti a Firenze nel 1892.
Morì a Firenze il 19 dicembre 1931.