Natura morta francese anni ’30 con pesci e cipolle. Dipinto firmato di Jean Lachaud, pittore e ceramista attivo a Quimper e Brest Les Aiguillettes, firmato in basso a destra Olio su cartone Misure: 50 × 60 cm (senza cornice); 77 × 67 cm (con cornice) Due aguglie sottili, slanciate, posate su una tovaglia gialla, quasi teatrale. Accanto: cipolle, aglio, cipollotti. Ogni elemento è al suo posto, in equilibrio, costruito con un senso del ritmo che è proprio dei ceramisti. Qui tutto è superficie, linea e forma chiusa. Il colore è pieno, deciso, eppure mai invadente. Si sente la mano di chi ha disegnato piatti, servizi da tavola, decorazioni murali. E infatti Lachaud lo ha fatto davvero. Les Aiguillettes è un quadro che nasce dalla vita vera: quella dei mercati bretoni, del buon cibo, della tavola apparecchiata. Ma è anche un oggetto costruito con intelligenza visiva, con un’idea forte di pittura. Non imita la realtà, la orchestra. I toni ocra, blu e madreperlacei si rincorrono come in una partitura. Tutto è semplificato, ma nulla è banale. È un’opera che parla di gioia di vivere, di quotidiano trasformato in forma, di ornamentalismo moderno, con un tocco che sfiora l’Art Déco e la stilizzazione della Scuola di Parigi degli anni ’30. L’artista Jean Lachaud non era un outsider. Era parte di un mondo. Amico di Max Jacob, in contatto con Marguerite Sérusier, viveva a Quimper, dove sua madre e sua sorella gestivano un ristorante frequentato da artisti. Lachaud decorava i piatti, disegnava pesci per le ceramiche, esponeva ai Salons d’Automne, dirigeva la Scuola di Belle Arti di Brest. Conservatore del museo della città, protettore delle collezioni durante la guerra. Le sue ceramiche sono oggi tra le più ricercate della manifattura HB-Henriot, celebri soprattutto i servizi con pesci e motivi marini progettati negli anni ’30. Le sue opere si trovano nei musei di Brest, Quimper e in collezioni private legate alla storia dell’arte bretone.
Cornice coeva in legno dipinto