Il dipinto che presentiamo raffigura una scena biblica di caccia, forse una delle tante battute condotte dal patriarca Nirmrod, pronipote di Noè, associato alla fondazione di città come Babilonia e Ninive e qualificato nel Vecchio Testamento come “potente cacciatore di fronte al Signore” (Genesi X, 9).
La sacralità della scena viene confermata dalla presenza del putto, collocato in alto a sinistra, recante il cartiglio con la scritta in latino: “Dirigor in praedam”.
Più di un elemento contribuisce a collocare l’opera, non avulsa, a tratti, dalla lezione dei bamboccianti per la semplicistica e quasi caricaturistica anatomia delle figure, in ambito napoletano permettendo di postulare una derivazione da modelli rosiani, esplicitamente supposti nel paesaggio.
Tra i paralleli del Rosa più significativi vale la pena di citare: “Paesaggio con san Giovanni Battista” (Glasgow, Art Gallery and Museum), “Paesaggio con Apollo e la Sibilla Cumana” ( Londra, Wallace Collection), “Mercurio ed il boscaiolo disonesto” (Londra, National Gallery) e, soprattutto, “Paesaggio con Tobia e l’Angelo” (Londra, National Gallery).
La pittura di paesaggio conosce a Napoli, nel corso del XVII secolo, una feconda stagione per la ricchezza e la molteplicità degli accenti che la contraddistinguono: dagli inizi fiamminganti ed in continuazione con la corrente d’accezione manieristica (Cavalier d’Arpino, Storie del Vecchio Testamento nella Certosa di San Martino), essa si evolve verso un approfondimento dei caratteri di suggestione ambientale, nel superamento della scenografia per una qualificazione sentimentale della composizione, la grande innovazione di Salvator Rosa, che gli permetterà di sviluppare esplicite annotazioni di significato romantico.
Di suddetti toni paesaggistici romantici reca traccia anche il nostro dipinto, in cui, come nella produzione rosiana successiva agli anni ’40 del XVII secolo, la ricerca della verità naturale cede il passo ad una rilettura del paesaggio all’insegna dell’emozione evocativa, punto irrinunciabile di partenza di tutta la successiva pittura paesaggistica.