Natura morta con oggetti preziosi, tessuti broccati e piatto con dolciumi
1650/1660 circa
Olio su tela (cm 96 x 130 - In cornice 115 x 150 cm.)
Per un approfondimento sull’autore consultare il saggio: ‘Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani, 1630-1750’ - Gianluca e Ulisse Bocchi - 2005
Dettagli completi dell'opera (cliccare QUI)
Questa prestigiosa natura morta, di incredibile effetto scenico, raffigura un’opulenta esibizione di oggettistica preziosa, tra cui vasi, brocche e piatti in metalli pregiati, uno strumento musicale a corda, precisamente una chitarra, un cuscino ed un elegante tessuto ricamato a fili d’oro, mentre sulla destra un prezioso tendaggio, sempre di damasco, ci apre la scena come in un sipario teatrale.
Le grandi dimensioni della tela rientrano nel formato tipicamente romano della cosiddetta ‘tela da imperatore’, definizione barocca per inquadrare le tele di dimensione 130 x 90 cm. circa.
Il dipinto è un’opera del pittore romano Antonio Tibaldi, le cui composizioni ebbero notevole successo nella Roma barocca, grazie alla sua particolare attenzione alla resa dei preziosi dettagli degli oggetti raffigurati, che rendono ogni sua opera particolarmente preziosa ed elegante.
Lavorò in contemporaneità con Carlo Manieri, di cui condivise in parte i moduli espositivi ma, mentre quest'ultimo indugiava nella descrizione di elaborate strutture architettoniche, Tibaldi mostrò una più accentuata tendenza alla saturazione degli spazi e degli sfondi chiusi da pesanti drappeggi, secondo la moda imposta da Francesco Maltese.
A titolo comparativo, a supporto della nostra attribuzione, risulta agevole menzionare le due ‘Nature morte con broccati ed oggetti d’oreficeria’ conservate al Musée Fresch di Ajaccio in Francia (imm.1 - https://www.musee-fesch.com/tag/antonio-tibaldi ), commissionate intorno al 1650 a Roma dal Cardinale Fresch, che hanno più di un elemento competitivo che vediamo ripreso nella tela qui proposta.
Anche la coppia di ‘Nature morte con scrigno, dolciumi e oggetti preziosi’, ricondotte correttamente al Tibaldi e passate sul mercato antiquario milanese nel 1987 (imm.2 - Finarte, Milano 6-7 maggio 1987, lotti 246 e 247, come F. Fieravino) sono pressoché analoghe alla nostra. In una delle due tele, sull’importante scrigno cesellato, è presente l’emblema araldico con le tre api, a testimoniare la committenza da parte della famiglia Barberini.
Questo a testimonianza che Antonio Tibaldi godette di una notevole stima presso un patriziato romano particolarmente incline a queste pompose raffigurazioni, lavorando per le più potenti famiglie romane: tra i committenti più influenti, oltre i Barberini (Papa Urbano VIII), sappiamo esserci anche i Chigi (Papa Alessandro VII ) ed i Colonna.
Anche il nostro dipinto presenta uno stemma gentilizio, sebbene di difficile interpretazione (in prossimità della fascia di base del vaso sbalzato in metallo dorato) con un leone rampante in uno scudo ovale sormontato da una corona.
La produzione artistica di Tibaldi si caratterizza per una serie di motivi ricorrenti, che ritroviamo anche nella nostra opera: tra queste la tendenza a riempire il più possibile lo spazio pittorico collocando tappeti o tessuti damascati su tavoli di pietra decorati con motivi richiamo rinascimentale. Ma anche i tipici dolciumi zuccherati, qui disposti su un piatto in argento: si tratta di biscotti e frutta candita che il Tibaldi rese in modo assolutamente personale e caratterizzato dando loro l’impressione di una consistenza ’spugnosa’. Possiamo ritrovare gli stessi dolciumi, oltre che nelle opere sopra menzionate, nella ‘Natura morta con tappeto, piatto di agrumi canditi e dolci…’ passata da Christie's a Londra (imm.3 - 8-9 dicembre 1994, n. 379) https://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/88018/ .
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L’opera venduta è completa di una piacevole cornice ed è corredata di certificato di autenticità e garanzia.
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