XVIII secolo, ambito di Francesco Zuccarelli (Pitigliano, 1702 – Firenze, 1788), Il banchetto

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Descrizione dell’oggetto d’antiquariato :

"XVIII secolo, ambito di Francesco Zuccarelli (Pitigliano, 1702 – Firenze, 1788), Il banchetto "

XVIII secolo, ambito di Francesco Zuccarelli (Pitigliano, 1702 – Firenze, 1788)

Il banchetto degli dèi

Olio su tela, cm 70x110

Con cornice, cm 90x128

Nel fulgido Settecento, secolo di grazia rococò e di riscoperta della natura, la figura di Francesco Zuccarelli (1702-1788) emerge come uno dei più apprezzati e influenti pittori di paesaggio, capace di incantare le corti e l'aristocrazia europea con le sue visioni idilliache e armoniose. La sua carriera, ricca di viaggi e successi, lo portò a muoversi tra i centri nevralgici dell'arte del suo tempo, lasciando un'impronta indelebile soprattutto a Venezia e a Londra. Nato a Pitigliano, in provincia di Grosseto, il 15 agosto 1702, Zuccarelli intraprese la sua formazione artistica in Toscana, dapprima a Firenze nella bottega di Paolo Anesi. Successivamente, si trasferì a Roma, dove approfondì i suoi studi presso Giovanni Maria Morandi e Pietro Nelli. Fu nella Città Eterna che Zuccarelli si avvicinò con decisione al genere del paesaggio, assimilando la lezione dei grandi maestri del Seicento, in particolare di Claude Lorrain. Da essi apprese a costruire scene immerse in una luce dorata e senza tempo, con un equilibrio compositivo che sarebbe diventato una delle sue cifre stilistiche. È qui che inizia a prendere forma il suo "mondo arcadico", fatto di nature idealizzate e figure che popolano un'età dell'oro perduta. La sua carriera prese una svolta decisiva quando si trasferì a Venezia. Qui, Zuccarelli si inserì rapidamente nel dinamico ambiente artistico lagunare, che vedeva fiorire il vedutismo e un gusto per il paesaggio idilliaco. In questo contesto, entrò in competizione e in dialogo con altri importanti paesaggisti, come Giuseppe Zais, contribuendo a definire il linguaggio visivo del paesaggio veneto settecentesco. La sua pittura, caratterizzata da un'atmosfera serena e da una cura meticolosa per i dettagli, iniziò a riscuotere grande successo. Fu però l'Inghilterra a consacrarlo a livello internazionale. Nel 1752, Francesco Zuccarelli si stabilì a Londra, dove trovò un ambiente particolarmente ricettivo per la sua arte. I ricchi committenti inglesi, desiderosi di portare nelle loro dimore il fascino dell'Italia e la bellezza dei suoi paesaggi, lo accolsero con entusiasmo. Zuccarelli divenne rapidamente uno degli artisti più richiesti, e le sue opere, che spesso immortalavano paesaggi italiani popolati da figure bucoliche e rovine classiche, divennero un simbolo del Grand Tour e del gusto rococò. La sua influenza fu tale da ispirare numerosi artisti locali, tra cui il celebre Joshua Reynolds. Durante i suoi quasi due decenni di permanenza in Inghilterra, Zuccarelli non fu solo un pittore di successo: fu anche tra i membri fondatori della prestigiosa Royal Academy nel 1768, a testimonianza del suo prestigio e della sua influenza nel panorama artistico britannico. Realizzò anche importanti commissioni, come una serie di arazzi per Charles Wyndham, II conte di Egremont. Dopo un primo rientro a Venezia, Zuccarelli tornò a Londra nel 1765 e vi rimase fino al 1773, quando fece ritorno definitivo in Italia, ormai ricco e ammirato. Si stabilì a Firenze, sua città di formazione, dove continuò a lavorare instancabilmente fino alla sua morte, avvenuta il 30 dicembre 1788. Le opere di Zuccarelli sono disseminate in numerose collezioni e musei in tutto il mondo, con una presenza significativa in Inghilterra, a testimonianza della vasta produzione realizzata per la committenza britannica. Tra le sue tele più note si annoverano paesaggi con figure mitologiche o bibliche, scene pastorali con pastori e animali, e vedute di campagna romana o veneta, tutte permeate da una luce limpida e una sensazione di armonia e serenità. Zuccarelli è stato un artista che ha saputo interpretare e plasmare il gusto del suo tempo, creando un genere di paesaggio che evocava un mondo ideale, dove la natura e l'uomo vivevano in perfetta armonia. La sua abilità nel fondere la bellezza del paesaggio con la narrazione di piccole scene di vita o di miti antichi lo rende un protagonista imprescindibile del Settecento europeo.

Molto vicino alla pittura di Zuccarelli si rivela questo interessante Banchetto degli Dei: dal pittore di origini toscane si riprendono i toni pastellati e le atmosfere arcadiche, che guardano non solo alla tradizione del Rococò italiano ma anche alle suggestioni oltralpine di Poussin e Lorrain. Anche la pennellata fluida e il tocco rapido e definito ricordano le opere maggiormente rappresentative dell’attività di Zuccarelli.

Il Banchetto degli Dei è un tema iconografico ricorrente e affascinante nell'arte di diverse epoche, che raffigura gli dèi dell'Olimpo riuniti in un convivio festoso, spesso accompagnato da musica, danze e abbondanza di cibo e nettare. Quest'immagine non è solo una celebrazione della divinità, ma anche un veicolo per esprimere concetti di armonia, potere, eternità e piacere. Le radici di questo tema affondano nell'antichità classica, in particolare nella mitologia greca e romana. Le descrizioni di banchetti divini si trovano già nei poemi omerici e in autori come Esiodo, dove gli dèi si riuniscono sull'Olimpo per festeggiare, prendere decisioni importanti o celebrare eventi. Questo concetto di un'esistenza divina caratterizzata da gioia e convivialità si trasferì presto nelle arti visive. Il tema, celebre e particolarmente praticato nel Rinascimento, riscopre una nuova fortuna nel Rococò.

Prezzo: 8 000 €
Epoca: XVIII secolo
Stile: Altro stile
Stato: Buono stato

Materiale: Olio su tela
Lunghezza: 70
Larghezza: 110

Riferimento (ID): 1592443
Disponibilità: Disponibile
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