Il fregio, di dimensioni generose (cm 77 x 102), era verosimilmente parte di una boiserie monumentale, di un arredo architettonico o utilizzato come sovrapporta, ma si presta anche a una riconversione come specchiera o importante cornice decorativa.
Il decoro è interamente realizzato in pastiglia dorata, secondo una tecnica caratteristica della produzione neoclassica, e non mediante intaglio ligneo. La doratura è applicata su bolo aranciato (ben visibile in alcune parti usurate), tipico delle dorature di area padano-lombarda.
Al centro dell’arco campeggia il busto di una figura femminile, forse una dea o un’allegoria classica, modellata con tratti morbidi e intensi, incorniciata da riccioli simmetrici e panneggi fluenti. Ai lati si sviluppano motivi decorativi con corone d’alloro intrecciate a nastri e serpi ornamentali, entrambi elementi iconografici coerenti con la simbologia imperiale e neoclassica.
L’opera presenta una decorazione ben bilanciata tra elementi vegetali e simbolici, con una raffinata bulinatura dei fondi che restituisce profondità e movimento alla superficie dorata. La parte posteriore mostra una solida struttura lignea a doghe montate con incastri a coda di rondine.
Condizioni: complessivamente buone per l’epoca, con usure localizzate, crettature e piccole mancanze di doratura dovute al tempo. Il fregio necessita di una pulitura e qualche lieve restauro conservativo, ma si presenta stabile e leggibile nella sua struttura originale.
Elemento raro e versatile, rappresenta un ottimo esempio di decorazione architettonica neoclassica italiana e può essere riutilizzato sia in contesti classici che eclettici, con forte impatto scenografico.
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