Achille Salata (Ostiglia, Mantova, 1850 – Milano, dopo il 1901)
Fanciulla con gattino
Bronzo, cm 46x15x19
firmato, titolato e iscritto "Milano"
Pubblicazioni: Adalberto Sartori e Arianna Sartori, “Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico”, volume VI, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 2752.
Achille Salata nasce ad Ostiglia, nel mantovano, il 28 giugno 1850, da Carlo e Maria Martini, in seno ad una famiglia di umili origini e condizioni. In giovane età, si trasferisce a Milano, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera: dalla delibera del Consiglio comunale di Ostiglia, datata 6 ottobre 1868, apprendiamo che gli viene concesso un sussidio per proseguire, a Milano, studi di architettura e scultura, grazie ai fondi dell’eredità Greggiati. Nel 1877, dal 27 agosto al 26 settembre, all’Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera a Milano, Salata espone le prime sue opere di cui, attraverso le fonti, siamo a conoscenza; si tratta di cinque gessi saldamente ancorati alla tradizione scultorea della Milano romantica di Grandi, Bartolini, Marchesi, Rossi e Fusaro: Il genio di Napoleone il grande, scultura a tutto di dimensioni monumentali dallo spiccato realismo, Shakespeare giovinetto, soggetto dal marcato gradiente romantico che ritornerà frequentemente all’interno dell’intero corpus dello scultore, Il Ritratto del defunto Gian Luigi Vantaggi di Genova, realizzato su commissione della famiglia, La dignitosa, opera incanalata nel filone ottocentesco di rappresentazione allegorica ed evocativa delle figure femminili, e Il Ritratto a medaglione del defunto prof. Achille Marzorati, particolarmente apprezzato dalla critica e dai membri dell’Accademia. A partire dalla fine degli anni ’70 del XIX secolo l’artista presenta, con cadenza regolare, le sue sculture presso all’Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera: nel 1878 partecipa con i bronzi Guerra tra amici e La pesca galante, mentre nel 1879 propone alla commissione Il ritratto della madre. Raggiungendo, con queste sue opere giovanili, una fama che va ben oltre i confini di Milano, pur essendo presente con costanza alle esposizioni braidensi, l’artista presenta le proprie opere, soprattutto bronzee a mostre nazionali ed internazionali, in particolar modo a Roma (1884), Livorno (1886), Torino (1880,1884), Venezia (1887) e Londra (1888). Nel 1891 Salata è presente alla I Esposizione Triennale di Belle Arti a Milano figura con Il bacio di Santuzza, busto in bronzo che si ispira al melodramma di Mascagni “La cavalleria rusticana”: questa esposizione, di imprescindibile importanza per l’evoluzione delle arti in ambito norditaliano – è l’evento che vede la nascita del movimento divisionista di Previati e Segantini – vede Salata occupare un ruolo preminente, tant’è che egli venne acclamato da pubblico e critica. A partire dalla seconda metà dell’ultimo decennio dell’Ottocento le commissioni all’artista si diradano. L’ultimo riferimento alla sua figura si data al 1901: nell’Archivio del Comune di Ostiglia, si conserva una lettera del 1901, indirizzata al Sindaco, scritta probabilmente da un amico, nella quale si chiede che il Salata venga aiutato perché trovasi in cattive condizioni sia di salute che finanziarie. Non abbiamo notizie certe sulla data della sua morte. Tra le opere musealizzate del Salata, ricordiamo certamente il Guardaportone, bronzo attualmente parte delle raccolte della Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Questa bella scultura bronzea, eseguita a Milano nel 1884 e firmata dall’artista, presenta una fanciulla elegantemente vestita ed elaboratamente acconciata che gioca con un gattino appoggiato sulla sua spalla: la scena raffigurata è assai realistica, ironica e giocosa: la fanciulla fa scherzosamente aria al gattino con un soffietto, portandolo a ritrarsi. L’opera mostra dei marcati rimandi alla scultura scapigliata della Milano dell’Ottocento: il movimento vorticoso dell’abito e della flessuosa figura ricordano i capolavori dei massimi esponenti di questo centrale movimento.