Gaspare Lopez (Napoli, 1650 ca. - Firenze, 1732)
Natura morta con fiori, piatto e otre
Olio su tela, cm 48 x 69
Con cornice, cm 75 x 94
La natura morta che qui descriviamo va attribuita alla produzione pittorica della scuola napoletana, che fra Seicento e Settecento si contraddistinse per la realizzazione di quadri legati a questo genere pittorico. Furono molti i pittori che si cimentarono in questo genere, ispirati anche dalle visite e dalla presenza di colleghi francesi o fiamminghi in città, arrivando anche a trasmettere la propria arte ai familiari stretti e formando così delle vere e proprie botteghe: è il caso di Giuseppe Recco, coi figli Elena e Nicola Maria, di Lorenzo e Giuseppe de Caro, figli di Baldassarre oppure Francesco e Giuseppe Lavagna, le cui opere molto si avvicinano alla nostra. Sebbene si riscontrino molte tangenze con l’impostazione, il soggetto e il tono luminoso di Francesco Lavagna, l’opera appare più prossima alla produzione di un altro pittore napoletano, ovvero Gaspare Lopes. L’estrema sintonia fra i due si riscontra anche nel probabile percorso di discepolato all’interno della bottega di Andrea Belvedere, sebbene il nome del Lavagna non compaia nei registri mentre quello del Lopes sì. Quest’ultimo si lasciò influenzare dallo stile ornamentale del Monnoyer, pittore e acquafortista francese di gusto barocchetto, importato nella città partenopea da Jean Baptiste Doubisson, da cui apprese il gusto frivolo per il decorativismo e il forte cromatismo delle tinte. Oltre all’apprendistato nella città natale, egli ebbe modo di viaggiare lungamente nel corso della propria vita, toccando Venezia, Firenze, Roma ma anche In Polonia, come riporta il biografo Bernardo De Dominici. L’ambientazione all’aria aperta, in un giardino di gusto arcadico con uno sfondo arioso e contraddistinto dalle vivaci tinte della vegetazione e del cielo, sono tipici del suo stile, come pure la disordinata disposizione di cesti in vimini e vasi in bronzo o in terracotta che contengono fiori di varie specie o frutti, fra cui va citata l’anguria spezzata, rappresentata molte volte nelle sue opere. Nonostante anche il Lavagna realizzi nature morte all’interno di spazi aperti, la fuga prospettica laterale, la disposizione sovrapposta degli oggetti in primo piano, le tinte più lucenti e la maggior cura nella resa dei dettagli con una stesura più snella e meno pastosa permettono trovano maggior affinità con il modo di dipingere del Lopes, nelle cui nature morte, inoltre, usa raffigurare spesso un albero o elementi vegetali che chiudono lateralmente la veduta del paesaggio, quasi a incorniciarlo in lontananza; uno degli esempi più celebri lo si ritrova nella Giovane donna con fiori in un giardino, presso il Museo di San Martino a Napoli.