Cesare Lapini (1848-1893)
Ninfa
Alabastro, alt. cm 78
La scultura in alabastro che qui viene descritta rappresenta una giovane fanciulla che regge un ramo fiorito all’altezza del seno mentre con l’altra mano pare volere nascondere il volto, in atto di innocente pudicizia. Il sorriso cristallino e puro dimostra l’allegrezza spontanea di questo gesto apparentemente superfluo, essendo completamente nuda se si eccettua il sottile velo che le avvolge le gambe a spirale partendo dal fianco destro. Altri elementi floreali si arrampicano dalla base fino alla mezza altezza delle gambe, andando così a fondersi con lo strascico del fine velo che ricade mollemente a terra. Il tema floreale, la nudità, l’acconciatura semplice tenuta da una modesta cordicella con medaglietta e l’estrema bellezza della fanciulla la fanno identificare con la figura mitologica della ninfa, ritratta solitamente con queste caratteristiche e legata al mondo naturale, rappresentato in questo caso dai fiori. Un esemplare, firmato C: Lapini, testimonia la possibile origine del modello, considerando la fama di questo scultore, attivo soprattutto a Firenze nella seconda metà dell’Ottocento, e la sua copiosa produzione di opere, realizzate anche in diverse versioni. Nato nella città gigliata a metà secolo, egli seppe creare una fiorente bottega da cui uscirono opere capaci di attrarre facoltosi acquirenti stranieri; la fortuna che riuscì ad ottenere dipese anche dalla scelta di soggetti diversi per dimensione ma sempre riconducibili a tematiche sensuali, amorose o allegoriche che vedevano come protagoniste, appunto figure femminili. Busti, copie dell’Antico, ritratti o soggetti di genere fecero parte della sua produzione dimostrando così la sua estrema poliedricità ma il successo giunse grazie alle sculture raffiguranti i soggetti sopracitati: espose numerose sculture all'Esposizione Generale Italiana di Torino nel 1884, tra cui Sorpresa e Il primo bacio, esponendo anche a Roma nel 1888. Questa statua rientra certamente nel gusto grazioso, raffinato, sentimentale e delicatamente erotico che si può ammirare nelle altre sue opere, in cui la sottigliezza di certi dettagli, come il velo con cui si copre la ninfa, fa emergere l’assoluta maestria nella lavorazione.