Alessandro Sanquirico (Milano, 1777- 1849), Quattro scene teatrali e una veduta di Milano

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Descrizione dell’oggetto d’antiquariato :

"Alessandro Sanquirico (Milano, 1777- 1849), Quattro scene teatrali e una veduta di Milano"

Alessandro Sanquirico (Milano, 1777- 1849)

Quattro scene teatrali e una veduta di Milano

acquarello su carta,(5) cm 6,5 x 8- Con cornice: (4) cm 11 x 12; (1) cm 16 x 18

firmati in basso a destra “A Sanquirico”



Queste cinque sofisticate miniature eseguite ad acquarello sono opera di Alessandro Sanquirico e rappresentano alcune scenografie da lui ideate per il Teatro alla Scala e il Teatro Carcano tra il 1827 e il 1832, periodo in cui l’artista fu assoluto protagonista della scena scaligera, così come una veduta del monumento effimero eretto nel 1835 per la commemorazione della morte dell’allora imperatore asburgico Francesco I. Realizzate con una grande perizia tecnica ed una peculiare attenzione al dettaglio, le cinque piccole miniature illustrano: Il fondale per il primo quadro del primo atto del dramma L'ultimo giorno di Pompei di Giovanni Pacini, portato per la prima volta sulle scene della Scala nell’autunno del 1827. L’acquerello in questione si rivela di particolare interesse poiché l’incisione ad esso corrispondente figura nell’ambito di un volume che presenta le scenografie dell’Ultimo giorno di Pompei, edito in un limitatissimo contingente di copie a Milano nel 1829. Il fondale per il secondo quadro del primo atto del dramma L'ultimo giorno di Pompei di Giovanni Pacini: nella scena, è rappresentato il passaggio dei personaggi del dramma da Porta Nolana. Anche quest’incisione corrispondente alla scena del Passaggio da porta Nolana è presente presso il volume del 1829.

Il fondale per una scena del celeberrimo dramma La Norma di Vincenzo Bellini, nell’inedita versione messa in scena presso la Scala in occasione del Carnevale del 1832. Nella scena è rappresentato il Tempio di Irminsul, divinità sacra ai galli, che, nella scena rappresentata in questo frangente, presso il luogo di culto inneggiano con vigore alla liberazione dal giogo romano.

La scenografia per l’ultima scena di Anna Bolena, dramma storico rappresentato al Teatro Carcano a Milano nel 1831. Nella tragica scena finale della vicenda, quella qui raffigurata, viene messa in scena la violenta morte della seconda consorte del re britannico Enrico VIII.  Il Memoriale per l’Augusto Imperatore Francesco II: si tratta di un’edicola in stile neogotico eretta nel 1835 per commemorare la morte del sovrano, avvenuta nel marzo di quell’anno.

Alessandro Sanquirico nacque a Milano il 27 luglio 1777, nella contrada del Bocchetto, l’attuale area nei dintorni di Piazza Cordusio. Il pianterreno della casa natale ospitava il Caffè Sanquirico, gestito con successo dal padre Ambrogio, di origini piemontesi, e dalla madre Marianna Grassi, milanese. Studiò presso l’Accademia di belle arti di Brera all’epoca guidata da Giuseppe Piermarini, Leopoldo Pollack, Giuliano Traballesi, Giuseppe Franchi e Martino Knoller. Completato il percorso formativo all’Accademia di Brera, l’artista operò, per quanto concerne la prima fase della sua carriera, prevalentemente come frescante. Nel 1805 partecipò in prima linea all’ideazione e alla decorazione degli apparati effimeri per le celebrazioni milanesi in occasione dell’incoronazione di Napoleone re d’Italia (26 maggio). In vista dell’entrata in Milano del viceré Eugenio di Beauharnais, in compagnia della consorte Augusta Amalia di Baviera (12 febbraio 1806), Sanquirico dipinse l’arco trionfale fittizio disegnato da Luigi Cagnola a Porta Riconoscenza (l’attuale Porta Venezia). I mutamenti politici e il tramonto dell’epopea napoleonica non segnarono, per Sanquirico, la fine di una carriera felicemente avviata ai tempi delle feste repubblicane. Al contrario, la sua attività, soprattutto per quanto concerne l’ambito della scenografia teatrale, vera e propria specialità del pittore milanese, s’intensificò a tal punto da farne il referente artistico primario in età asburgica. Tra i principali estimatori dell’artista vi fu infatti l’imperatore asburgico Francesco II, che nel corso del suo soggiorno milanese frequentò assiduamente la Scala per assistere agli spettacoli firmati da Sanquirico, attorno agli anni ’10 dell’Ottocento spesso affiancato da Giovanni Perego Duttile e pragmatico, a partire dal 1817, anno della prematura scomparsa di Perego, Sanquirico ottenne l’incarico di firmare scene, macchine e decorazioni dell’intera produzione del teatro alla Scala. Per tre lustri (1817-32) l’artista fu l’assoluto protagonista della scena scaligera, conferendo a opere e balli un volto scenico spettacoloso. Profondo conoscitore degli stili, alternò sul palcoscenico il gotico, il medioevale, il rinascimentale, e poi l’Oriente, l’Egitto, la Russia, con facilità di mano e rigore pari alla fantasia. La sua cifra stilistica si affermò con la chiarezza: armonia degli spazi, dilatati all’inverosimile attraverso vertiginose prospettive. L’abilità di Sanquirico nel graduare i cromatismi sulle tele fu rimarcata da Stendhal, spettatore alla Scala di un balletto creato dal coreografo Salvatore Viganò. Acclamato da pubblico e critica, Sanquirico mise in scena un vasto e variegato repertorio di opere e balli di autori oggi dimenticati e di compositori poi passati alla storia. Per Gioachino Rossini firmò la prima assoluta della Gazza ladra (31 maggio 1817). Alla Scala, Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini si contesero gli onori ed ebbero il medesimo scenografo: Sanquirico. Lo stile classico di Sanquirico divenne una moda e una garanzia di qualità per i piccoli e grandi teatri che si contesero l’artista sia per le scenografie sia per il rinnovo dei decori delle sale: il teatro Re di Milano (1822), il teatro della Concordia di Cremona e ancora il teatro Comunitativo di Piacenza (1827), il Teatro di Varese (1830), il teatro Sociale di Bergamo (1830). L’impegno più commosso dell’artista fu l’estremo omaggio all’imperatore Francesco II, spentosi a Vienna il 2 marzo 1835. Sanquirico ideò in tempi stretti un sarcofago in stile gotico collocato in duomo, vegliato da otto leoni dormienti (la forza del vincitore di Napoleone) e dalle raffigurazioni di Giustizia, Temperanza, Prudenza e Costanza (opera di Pompeo Marchesi), e sovrastato dalla raffigurazione della Fede. Dopo quasi 50 anni di attività artistica, Sanquirico morì a Milano il 13 marzo 1849, all’età di 71 anni. Il suo nome è ricordato al cimitero Monumentale di Milano tra i «cittadini noti e benemeriti».

Prezzo: 12 000 €
Epoca: XIX secolo
Stile: Altro stile
Stato: Buono stato

Materiale: Carta
Lunghezza: 6
Larghezza: 8

Riferimento (ID): 1555790
Disponibilità: Disponibile
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