Venezia, XVII secolo
Moretto
Legno policromo e dorato, cm alt. 170
Il fascino per la cultura mediorientale, evidente nella produzione scultorea rappresentante moretti e odalische, acquisisce nel presente esemplare di scuola veneziana del XVII secolo un’ampia carica di esotismo. Il moretto, abbigliato con splendidi abiti dorati e riccamente decorati, è colto in una posa scomposta, mentre sembra accennare un passo in avanti col piede destro, controbilanciandosi al contempo con l’apertura delle braccia.
Ritratto con una sorta di casacca abbottonata al petto con colletto e maniche ampie, presenta il bacino cinto da una voluminosa cintura da cui si dipartono piume finemente intarsiate, che contribuiscono a rinvigorire e ad animare la parte centrale della scultura, rinforzandola e slanciandola visivamente. Sul capo il moretto reca un turbante tipicamente orientale, sopra cui è stata posta un’ulteriore corona a punte.
La figura, che indossa ai piedi calzari tipicamente orientali legati al polpaccio, è in equilibrio su un cumulo di rocce appuntite, a loro volta sorrette da un elevato basamento verticale di base ottagonale.
La sottile policromia che illumina il moretto segue tremula e sfavillante i pieni e le rientranze dei rilievi, movimentando le apparenze, al pari dello stacco visivo offerto inoltre dall’oro rispetto al fondo scuro ligneo.
La diffusione di moretti reggicero, reggipiano, a mezzo tondo in quanto parte di mobili e simili si colloca nel tradizionale percorso di autocelebrazione delle potenze della penisola, elogianti le proprie vittorie militari attraverso una strumentalizzazione figurale dell’immagine delle popolazioni vinte. La presente scultura esacerba il fascino orientale della cultura “altra” scegliendo di raffigurare il moretto non soltanto con abiti locali ma, attraverso una commistione culturale, offrendo allo spettatore il fascino dell’edulcorato mondo orientale.