Sacra Famiglia con San Giovannino e Elisabetta
Olio su rame, cm 36,3 x 29,5
Con cornice, cm 47 x 38
La consistenza vetrosa, glaciale nella durezza delle superfici, identifica nel presente dipinto il fascino tutto fiammingo cui si devono ideazione ed elaborazione. L’artista ripete incessantemente l’esercizio modulare di strutturazione delle superfici, soffermandosi ora a scolpire i muscoli di Gesù Bambino e Giovan Battista, pure fanciulli, ora a piegare di taglienti spigoli le lisce vesti di Maria, Santa Elisabetta e Giuseppe. Il paesaggio in lontananza, dai colori oceanici, si taglia di luminescenza rispetto al verde vivo dell’altura su cui stanno riposando i personaggi. Il giallo brillante delle vesti di Giuseppe ed Elisabetta accerchia Madre e Figlio, indirizzando l’occhio dello spettatore sulle due figure principali. Elisabetta, madre del Battista, incoraggia il figlio con un leggero tocco sulla schiena mentre questi si blocca e ammira con sconfinato stupore Gesù, al volo sulla gamba della madre verso di lui. Il candido velo che ammorbidisce la culla del Bambino è già allegoria del bianco sudario di morte e Resurrezione; le erbe selvatiche isolate dall’artista nell’angolo destro del dipinto, oltre a fungere da riempitivo adeguato al sottile strato di erba che ricopre appena la terra, rimandano alle erbe amare mangiate dal Salvatore durante l’ultima cena, tradizionale pasto ebraico. Nascita e Resurrezione sono permangono impliciti veicoli narrativi del dipinto, esemplati dalle perfette aureole dorate fini come un capello degli adulti e dalla raggiera sul capo del Bambino, prova materiale del regno celeste.
L’artista del presente si accosta per il formalismo dei due fanciulli alla Sacra Famiglia di Jacob Jordaens oggi custodita presso il Royal Museums of Fine Arts of Belgium, commovente per il sincero e avvolgente abbraccio in cui i due cugini si stringono, al pari di quello che stanno per fare i due presenti. La lezione fiamminga rubensiana, dichiarata dalla Sacra Famiglia del maestro conservata invece alla Picture Gallery Sanssouci, Prussian Palaces and Gardens Foundation Berlin-Brandenburg di Potsdam in Germania, testimonia come l’artista presente abbia raccolto a piene mani l’eredità fiamminga nel riproporre, pur aggiornato al gusto personale, quel morbido abbraccio di cui Rubens prima e Jordaens poi fecero il proprio segno distintivo.