Paolo Monaldi (Roma, 1710 - dopo il 1779), attr.
Scena di genere
Olio su tela, cm 28 x 38
Con cornice, cm 36,5 x 46
La tela descrive un momento di riposo tratto dal mondo agreste: le corde di un liuto pizzicate da un uomo anziano in primo piano allietano una donna con il proprio bambino ed un passante con il suo mulo fermo ad ascoltare. Il soggetto è tipico di Paolo Monaldi, pittore nato a Roma nel 1710 ed allievo del vedutista Paolo Anesi; è considerato tra i più vivaci, arguti e apprezzati cantori della campagna romana del Settecento, dove la vena aneddotica si unisce alla poetica pastorale. Nel panorama artistico romano si afferma figurando 'la gente semplice del contado nella loro tranquillità agreste' (Busiri Vici 1976, p. 97), secondo un indirizzo illustrativo direttamente desunto dalle iconografie seicentesche dei bamboccianti. La visione arcadica-pastorale del pittore, però, si distacca dalla visione concreta e disincantata della vita rurale, regalando una traduzione edulcorata della realtà, ma senza mai regredire nel pittoresco. L'apertura a sollecitazioni culturali di respiro europeo mostrata dall'artista è, tuttavia, modellata sulle necessità di mercato che, nella Roma settecentesca, vede nei viaggiatori del Grand Tour la principale clientela, interessata al costume locale. Il Monaldi si colloca in una zona di confine temporale nella produzione dei Souvenir d'Italie, la cui declinazione seguente sarà la trasfigurazione letteraria o il distorto naturalismo ottocentesco, privo d'impegno morale o sociale, fatto di tarantelle, serenate e carri impennacchiati. Per queste motivazioni la sua arte è culturalmente apprezzabile, avvalorando l'indiscussa qualità pittorica delle opere. Fu pittore di varie famiglie patrizie. Dipinse alcune tele per Palazzo Rospigliosi. Alcune sue opere furono richieste per la villa di Ariccia e dai Barberini, per i quali decorò il Palazzo Barberini a Roma. Altre sue opere si trovano a Palazzo Braschi e la Galleria dell'Accademia di San Luca. Alcuni paralleli possono essere effettuati con le tele apparse sul mercato antiquario e raffiguranti una “scena di genere” e la rappresentazione “pasto frugale”.