Poltrona d’apparato italiana, più precisamente romana, risalente alla metà del XVIII secolo, realizzata in legno finemente scolpito e dorato con foglia d’oro zecchino. È stata ritappezzata nel corso del XX secolo in damasco di seta gialla.
La struttura si presenta in buone condizioni generali, con segni di usura alla doratura visibili in particolare alle estremità dei braccioli. La mancanza di doratura su alcune sezioni posteriori è da attribuirsi alla prassi dell’epoca: tali sedute, infatti, venivano collocate, nei saloni nobiliari, accostate alle pareti e, pertanto, la doratura veniva "risparmiata" nelle zone non esposte alla vista.
La presenza di piccoli fori di tarlo testimonia l’autenticità e l’antichità del manufatto, che conserva tuttavia una struttura solida e stabile.