Giovanni Antonio Galli, Convito degli Dei, Galleria degli Uffizi, Firenze
Biografia
Figlio di Salvatore, un fabbricante di spade senese, da cui deriva il soprannome con cui è conosciuto sia lui che il fratello Giacomo, anch'egli pittore, ma soprattutto intagliatore e indoratore di soffitti; in passato i due venivano confusi.
La questione del Narciso
Giovanni Antonio Galli (?), Narciso, Gallerie nazionali d'arte antica, Roma
Quando nel 1913 emerse una tela raffigurante Narciso, il critico d'arte Roberto Longhi non ebbe dubbi e l'attribuì a Caravaggio. Il personaggio, in abiti seicenteschi, è raffigurato mentre coglie il suo riflesso, con una mano nell'acqua per abbracciarsi prima di morire affogato (secondo Ovidio morì di stenti). Nonostante la forza del dipinto, vi è dolcezza, un tono elegiaco che in Caravaggio non si incontra. Negli anni Settanta Cesare Brandi fa il nome dello Spadarino, seguace di Caravaggio; dieci anni dopo l'intuizione è rilanciata da Giovanni Previtali, successivamente Gianni Papi sostiene senza dubbi che la tela sia opera dello Spadarino. La sua attribuzione è frutto di un lavoro di studio e di confronti con altre opere del pittore, su tutte il Convito degli dèi: non si tratterebbe di una copia o di una replica, ma di un'invenzione propria dello Spadarino[1].
































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