XIX secolo
Natura morta con fiori
Olio su tela ovale, cm 90 x 105
Con cornice, cm 147 x 165
L’opera appartiene al XIX secolo e riprende le composizioni già utilizzate nei secoli precedenti, a partire dal Seicento e poi continuate nel Settecento, sia da artisti francesi e fiamminghi sia da pittori italiani che molto appresero dagli stranieri che giunsero per studio o lavoro nella penisola. Il mantenimento e il ritorno di questo gusto aggraziato dai colori accesi e variegati, come pure la predilezione per questo genere pittorico si affermò nuovamente nell’Ottocento, a partire dalla Francia e toccando poi gli altri paesi europei, compresa l’Italia del nord, assai legata culturalmente e artisticamente ai francesi. Il soggetto ripercorre i motivi utilizzati in passato ma attraverso colori più vivaci e luminosi e senza creare contrasti luminosi troppo intensi, ma anzi irradiando uniformemente con toni caldi i vari elementi; inoltre, i contorni risultano definiti, i volumi più compatti e meno sfumati rispetto alle opere di ugual soggetto del passato. Fra i pittori del nord Italia che si cimentarono in questo genere pittorico si distinse particolarmente Francesco Bosso, artista vercellese i cui soggetti preferiti erano i fiori e le nature morte, che realizzava con eleganza e maestria. La foggia ovale della tela è un'altra tipicità nelle nature morte di questo periodo che trova riscontro nella nostra tela, come pure l’uso di colori squillanti e lo scorcio paesaggistico arioso, dove un cielo velato da nubi luminose si inquadra fra le colonne di un portico o di un giardino. Il contenitore dorato e sagomato incanala il tripudio floreale soprastante, che si espande voluminosamente andando a toccare il tendaggio nella parte alta dell’ovale; i colori sgargianti dei petali, lucenti e patinati, svettano sullo sfondo celeste come pure sulla tenda marrone e mostrano la floridezza delle rose e dei tulipani di forme e colori diversi