Le sue vedute costiere testimoniano la bellezza della costa italiana, resa attraverso una pittura limpida e serena, attenta alle vibrazioni della luce e ai toni cangianti del mare: il nostro bel dipinto rivela una poetica sospesa tra realismo e lirismo, in cui l'elemento naturale si fonde con un senso di calma e di armonia tipico della tradizione partenopea. Figlio del pittore Raffaele Carelli e fratello di Gonsalvo Carelli, Gabriele crebbe in un ambiente artistico permeato dall'influenza della Scuola di Posillipo, corrente che, a partire da Pitloo e Gigante, aveva rinnovato la pittura di paesaggio italiana con una sensibilità nuova per la luce e per l'osservazione diretta della natura. La sua formazione avvenne inizialmente a Napoli, dove assimilò la tradizione della veduta e l'uso poetico del colore tipico della pittura meridionale. Nel 1837 si trasferì a Roma con il fratello, soggiorno che gli consentì di confrontarsi con i maestri del classicismo e con la comunità internazionale di artisti presenti nella città. Dal 1840, iniziò a viaggiare intensamente: visitò l'Inghilterra, la Francia e il Nord Africa, esperienze che gli offrirono nuovi stimoli visivi. Stabilitosi infine a Londra, dove operò per molti anni, Carelli entrò in contatto con il gusto raffinato dei collezionisti britannici, sempre attratti dalle atmosfere mediterranee e dai paesaggi luminosi dell'Italia meridionale































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