Adorazione dei pastori
Olio su tela, 60.5 x 74.5 cm
Entro cornice del XIX secolo
Autografia confermata da Camillo Manzitti.
Il dipinto è stato ricondotto al catalogo di Giuseppe Assereto da Camillo Manzitti, che figlio e allievo di Gioacchino è altresì noto come il Maestro dell'Oratorio di San Giacomo alla Marina, in cui si custodisce il suo dipinto più celebre raffigurante la Predicazione di San Giacomo (1650 circa). Lo stile dell'opera denota la suggestiva influenza della produzione matura del padre, quando influenzato Mathias Stom (Amersfoort, 1600 circa - Sicilia, dopo il 1650) esprime sensibilità tenebrose in chiave meridionale. Nel nostro caso, si avverte tuttavia un naturalismo più accentuato e interessanti similitudini con la produzione di Giovanni Benedetto Castiglione. La tela in esame trova specifici confronti con altre composizioni del maestro, in particolare con quella di collezione privata emiliana resa nota da Tiziana Zennaro (cfr. T. Zennaro, Gioacchino Assereto (1600-1650) e i pittori della sua scuola, Soncino 2011, vol. II, p. 608, n. E30), ma si devono qui ricordare anche le tele di medesimo soggetto già pubblicate come autografe di Assereto dal Wazbinski nel 1981 e Caterina Marcenaro nel catalogo della mostra del 1969, rispettivamente conservate al Zeromski Muzeum in Polonia e in collezione privata genovese, attribuzioni queste, a loro volta condivise dal Castelnovi e dal Pesenti. Il quadro in esame dal punto di vista delle stesure rivela sprezzature pittoriche di maggior qualità e nella sostanza diverse rispetto alla versione emiliana, trovando migliori spunti di confronto con la redazione genovese, in particolare se analizziamo il Gesù Bambino e i volti delle figure. Tali indizi, conducono di conseguenza a datare l'opera intorno al 1650 e verosimilmente eseguita quando Giuseppe svolgeva la sua attività nella bottega paterna e con lui sperimentava le affascinanti ambientazioni notturne.





















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