XIX secolo
Seguace di Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato (Sassoferrato, 1609 – Roma, 1685)
Sacra famiglia
Olio su tela, cm 80 x 88
Con cornice, cm 114 x 120
Giovanni Battista Salvi, meglio conosciuto come il Sassoferrato dal nome della sua città natale nelle Marche, fu un significativo esponente del Barocco nel centro Italia. La sua formazione artistica iniziò nella bottega del padre, Tarquinio Salvi, anch'egli pittore, di cui restano alcune opere nella chiesa di San Francesco a Sassoferrato. Si ritiene che abbia avuto un breve periodo di apprendistato presso il Domenichino, un'influenza che si riflette nella classicità e nella serenità delle sue composizioni. Trasferitosi a Roma intorno al 1641, il Sassoferrato si distinse per uno stile pittorico che guardava al classicismo del Rinascimento, in particolare a Raffaello. Questa sua predilezione per un linguaggio artistico più arcaizzante lo rese una figura ben distinguibile nel contesto del pieno Barocco romano, dominato da un dinamismo e da effetti scenografici più accentuati. La sua produzione fu vasta e incentrata prevalentemente su temi religiosi, in particolare immagini della Vergine Maria. Le sue Madonne sono caratterizzate da una grande purezza di linee, colori delicati e un'espressione di dolce e serena devozione, che incontrarono il favore della committenza religiosa e privata. Tra le sue opere più celebri spiccano la Madonna del Rosario (1643), pala d'altare per la basilica di Santa Sabina a Roma, considerata il suo capolavoro, e la Madonna Orante, conservata a Sassoferrato. Nonostante il suo stile più contemplativo e meno in linea con le tendenze dominanti del suo tempo, il Sassoferrato godette di un’innegabile fama e le sue opere furono apprezzate per la loro eleganza e profonda spiritualità. Morì a Roma nel 1685, lasciando un corpus di opere che testimoniano una singolare interpretazione del classicismo nel contesto del Seicento italiano.
Il dipinto in questione, di mano di un artista che al principio dell’Ottocento riprende le pacate atmosfere della pittura del Calvi, riprende la Sacra famiglia della Galleria Doria Pamphilj di Roma. La Sacra Famiglia del Sassoferrato conservata presso la Galleria Doria Pamphilj a Roma è un'opera che ben rappresenta lo stile intimo e devozionale dell'artista, incarnando al meglio la sua capacità di infondere una profonda serenità e dolcezza nelle figure sacre.
Le figure, rappresentate a mezzo busto o a figura intera, risultano collocate in uno spazio raccolto e intimo, che invita alla contemplazione. I volti dei personaggi sono caratterizzati da una quieta devozione. La Vergine Maria ha un'espressione particolarmente dolce e pensosa, rivolta verso il Bambino. San Giuseppe è ritratto con un'aria di serena protezione e umiltà. Il Bambino Gesù, rappresentato in tenera età, sonnecchia innocente tra le braccia materne. La tavolozza del Sassoferrato è composta da colori chiari e luminosi, con una predilezione per i toni del blu, del rosso e del bianco, creando un'armonia visiva che contribuisce al senso di pace e spiritualità. Il disegno è accurato e le linee sono morbide, contribuendo a definire le forme con chiarezza ed eleganza, riflettendo l'influenza del classicismo raffaellesco. L'insieme della composizione, con le figure vicine e i gesti contenuti, crea un'atmosfera di raccoglimento e intimità familiare, invitando lo spettatore alla meditazione sul mistero dell'Incarnazione e sulla sacralità della famiglia. La Sacra famiglia romana costituisce un'occasione per apprezzare la maestria di un artista che, nel pieno del Barocco, seppe mantenere un dialogo con la tradizione rinascimentale, offrendo un'interpretazione personale e toccante dei temi sacri. La riproduzione di questo soggetto nell’Ottocento costituisce una chiara testimonianza della grande fortuna visiva delle composizioni di questo artista a secoli dal suo periodo di attività.