Louis Hector Leroux (Parigi, 1829 – Angers, 1900)
Marietta – Roma circa 1866, con dedica all’embriologo svizzero H. Fol
Olio su tela originale, applicata su tela di supporto
Firma e dedica autografa in basso a sinistra: à Hermann Fol / Hector Leroux
Nome inciso in alto a destra: Marietta
Cornice coeva in legno dorato e inciso
Misure senza cornice: 31 × 17 cm
Misure con cornice: 41 × 27 cm
Non sempre il protagonista di un dipinto è chi vi appare. In questo piccolo studio romano di Louis Hector Leroux, realizzato intorno al 1866, i veri protagonisti sono tre: una modella romana dal nome Marietta, ritratta con collana in corallo rosso e calzature tradizionali (ciocie); il pittore, residente da lungo tempo a Villa Medici; e un giovane scienziato svizzero, destinatario della dedica che compare sulla tela: à Hermann Fol / Hector Leroux.
Hector Leroux, accademico colto e vincitore del Prix de Rome nel 1857, soggiornò a Roma per oltre 17 anni, dove affiancò la produzione di grandi tele storiche a studi dal vero come questo, rapidi, senza scenografia, costruiti sulla presenza fisica della modella. Il nome Marietta, scritto in alto, suggerisce una figura reale, forse una delle modelle note tra i pittori francesi della capitale pontificia.
La dedica a Hermann Fol, allora studente a Ginevra, è più di un omaggio amichevole. Il legame passa attraverso il fratello maggiore, Walther Fol, raffinato collezionista e mercante d’arte, che nel 1864-65 viaggiò in Egitto con Leroux e Louis Steiner. Una spedizione sul Nilo nata da affinità culturali più che da finalità accademiche: Leroux cercava ispirazioni figurative e motivi antichi per le sue composizioni storiche, mentre Walther, vero mediatore tra arte e conoscenza, acquistava reperti e opere.
Stabilitosi a Roma, Walther Fol fu una figura di riferimento per il mercato d’arte cosmopolita: amico di artisti, raccoglitore di opere, conoscitore sensibile. La sua collezione, poi in parte donata al Musée d’art et d’histoire di Ginevra nel 1871, comprendeva sculture, oggetti antichi e dipinti scelti con rigore. È lui, invisibile ma presente, l’anello di congiunzione tra l’artista e il giovane Hermann, a cui probabilmente destinò questo bozzetto romano come ricordo di un passaggio, un incontro, una rete di relazioni.
Marietta è dunque più di una figura popolare: è testimonianza di uno scambio privato e concreto tra arte, scienza e collezionismo nell’ambiente vivo della Roma ottocentesca.