Scuola veneziana, XVIII secolo, Ritratto di gentildonna con ventaglio

Scuola veneziana, XVIII secolo, Ritratto di gentildonna con ventaglio
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Descrizione dell’oggetto d’antiquariato :

"Scuola veneziana, XVIII secolo, Ritratto di gentildonna con ventaglio"

Scuola veneziana, XVIII secolo

Ritratto di gentildonna con ventaglio

Olio su tela, cm 79 x 60

Con cornice, cm 92 x 74


L’olio su tela in esame, da riferire alla scuola veneziana del Settecento, riprende fedelmente il celebre ritratto noto con il grazioso soprannome de La Dama in Bianco o Ritratto di gentildonna con ventaglio attualmente conservato presso la Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda, una delle opere più significative del periodo maturo di Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1488/90 – Venezia, 1576), che contribuì a consacrarlo come uno dei massimi ritrattisti e figura di spicco della pittura veneziana. L'opera raffigura una giovane fanciulla in posa di tre quarti, avvolta in un sontuoso abito in broccato bianco di raffinata fattura sartoriale, adornato con delicati ricami in oro e pizzo sulle spalle e con sottili maniche a sbuffo. Con la mano destra, la donna tiene con disinvolta eleganza un tipico ventaglio cinquecentesco. Il volto catalizza l’attenzione dello spettatore, aderendo a precisi canoni di bellezza rinascimentale come rivelano la fronte alta, le sopracciglia sottili, lo sguardo vivo degli occhi neri, le guance pallide screziate di rosso, e i capelli color miele acconciati in uno chignon.

Come si evince da una lettera del pittore riscoperta per la sua pubblicazione nel trattato Il Microcosmo della Pittura (1657) dello storico d’arte e medico Francesco Scannelli, il dipinto era stato inviato al duca di Ferrara Alfonso II d'Este nel 1561, descrivendolo dall’autore stesso come "l'essere più prezioso del mondo".

La ricerca dell’identità dell’effigiata ha costituito da sempre la questione principale su cui si sono soffermati gli studi storico artistici, che hanno proposto per lungo tempo di riconoscervi la figlia di Tiziano Lavinia in abito da sposa, ipotesi poi smentita per una mancata coincidenza temporale (Lavinia, infatti, si sposò sei anni prima della creazione di questo dipinto, mentre l’altra figlia Emilia non si sposò per altri sette anni). Probabilmente Tiziano creò un'immagine idealizzata della bellezza femminile, utilizzando una modella che aveva già ritratto in altri dipinti: sulla base di un paragone con il dipinto Ritratto di giovinetta oggi presso il Museo nazionale di Capodimonte a Napoli che presenta strette assonanze fisiognomiche, altre ipotesi vorrebbero che la donna appartenesse alla corte romana dei Farnese (presso i quali Tiziano aveva soggiornato intorno al 1545-46) o fosse la figlia del cardinale Alessandro il Giovane, Clelia, mentre secondo un'altra tesi ancora sarebbe tale Angela, cortigiana e amante del cardinale medesimo, nonché musa ispiratrice della figura della Danae, anch'essa collocata a Capodimonte.

Artista innovatore e poliedrico, nonché maestro, unitamente a Giorgione, del tonalismo, Tiziano fu uno dei rari pittori italiani titolari di una vera e propria “azienda”, accorto imprenditore della propria bottega oltre che della sua personale produzione, direttamente a contatto con i potenti dell'epoca, suoi maggiori committenti. La tela qui presentata, infatti, fa pensare proprio alla mano di un artista che ebbe modo di vedere posteriormente il modello iconografico del maestro: Tiziano seppe plasmare il modo di rappresentare la bellezza femminile con una sensualità raffinata, mai volgare. La morbidezza delle carni, la luminosità della pelle, i capelli dorati o ramati, spesso sciolti o acconciati in modo elaborato, sono elementi ricorrenti, accanto ai quali si colloca un’attenta analisi psicologica ed emotiva che divenne un punto di riferimento per la ritrattistica in tutta l'Europa.

Prezzo: 3 800 €
Epoca: XVIII secolo
Stile: Altro stile
Stato: Buono stato

Materiale: Olio su tela
Lunghezza: 79
Larghezza: 60

Riferimento (ID): 1573866
Disponibilità: Disponibile
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"Ritratti Antichi, Altro stile"

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