Frans Floris (cerchia)
Anversa, 1517 – 1570
Studio per testa femminile
olio su tavola, cm. 27,5×21,5
Il dipinto presenta un ritratto femminile di straordinaria delicatezza e raffinatezza tecnica. La giovane donna è raffigurata di tre quarti, con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, caratterizzata da una carnagione luminosa e rosea e da capelli biondo-ramati elegantemente raccolti e ornati con nastri rossi e piccoli fiori bianchi. La pettinatura elaborata, tipica della moda rinascimentale, è arricchita da una corona di fiori che suggerisce un’interpretazione allegorica del soggetto.
L’identificazione iconografica più probabile è quella di Flora, dea romana della primavera e dei fiori, o di Pomona, divinità dei frutti e dei giardini. Questa interpretazione è supportata dalla presenza della corona floreale e dal carattere idealizzato del volto, che trascende il semplice ritratto per assumere valenze simboliche legate alla bellezza naturale e alla fertilità.
l dipinto rivela chiaramente l’influenza della scuola fiamminga del XVI secolo, caratterizzata dalla fusione tra la tradizione nordica e gli elementi del Rinascimento italiano. La tecnica pittorica è di altissima qualità, con particolare attenzione al chiaroscuro e alla resa dei dettagli.
La tecnica pittorica mostra una padronanza eccellente dell’olio su tavola, con velature sottili che creano profondità e luminosità. Il volto è particolarmente raffinato, con passaggi tonali morbidi che conferiscono volume e tridimensionalità alla figura: l’incarnato roseo e luminoso, eseguito con straordinaria delicatezza; i capelli biondo-ramati con riflessi dorati; nastri rossi vermiglio che creano vivaci accenti cromatici; fiori bianchi che punteggiano la capigliatura, il tutto su un fondo scuro che esalta la figura
L’opera si inserisce nel contesto della pittura fiamminga della metà del XVI secolo, periodo di grande fermento artistico caratterizzato dall’incontro tra la tradizione nordica e l’arte italiana rinascimentale. Frans Floris (1517-1570) fu una figura chiave di questo movimento, avendo soggiornato in Italia dove si innamorò della pittura italiana vista a Roma e Venezia.
Tornato ad Anversa, Floris aprì uno studio con più di 100 allievi, diventando uno dei principali diffusori del manierismo italiano nelle Fiandre. Conosciuto anche come “Raffaello fiammingo”, fu molto influenzato da Michelangelo Buonarroti e combinò l’arte del Rinascimento italiano con l’estro della scuola fiamminga.
L’attribuzione alla cerchia di Frans Floris è supportata da diversi elementi stilistici:
Lo stile italianizzante desunto dal manierismo toscano era caratteristico di Floris, che fu diffusore di questa corrente ad Anversa dopo il soggiorno italiano avvenuto tra il 1539 e il 1546.
Il dipinto rappresenta un esempio significativo della pittura fiamminga del Rinascimento, testimoniando l’evoluzione artistica dei Paesi Bassi nel XVI secolo. La qualità esecutiva e la raffinatezza compositiva lo collocano nell’ambito delle opere di alta qualità prodotte dalla cerchia dei grandi maestri fiamminghi dell’epoca.
L’opera costituisce inoltre un interessante documento della ritrattistica allegorica del periodo, genere che univa la fedeltà fisiognomica del ritratto nordico con l’idealizzazione mitologica derivata dall’arte italiana.