Scena con personaggi in costume settecentesco
Olio su tela, cm 41,5 x 27,5 cm
Con cornice, cm 51,5 x 37
Firmato in basso a sinistra “G. Mantegazza”
Il panorama artistico lombardo a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento fu animato da figure di grande talento, e tra queste spicca senza dubbio il nome di Giacomo Mantegazza. Il pittore, infatti, si distinse per la sua capacità di catturare l'eleganza e il fascino delle scene in costume settecentesco, un genere di cui divenne uno degli interpreti più apprezzati. Ma la sua arte non si limitò a questo: fu un maestro anche nelle scene di genere con soggetti popolareschi, riuscendo a cogliere la vita quotidiana con una sensibilità e una verosimiglianza notevoli. La sua formazione avvenne sotto la guida di maestri illustri. Avvicinatosi alla pittura grazie a Domenico Induno, un esponente di spicco del romanticismo storico, perfezionò la sua tecnica all'Accademia di Brera, dove fu allievo di Giuseppe Bertini, noto per il suo raffinato stile accademico. Mantegazza si trovò così a operare in un contesto artistico in piena evoluzione, in un periodo in cui la pittura di genere, di cui era un abile esponente, si incrociava con le nuove suggestioni derivanti dalla letteratura verista. Il verismo, che mirava a rappresentare la realtà in modo oggettivo e scevro da forme di idealizzazione, influenzò profondamente il suo stile, conferendo alle sue opere una grande immediatezza e un forte impatto emotivo. Nonostante l'influenza verista, la sua sensibilità artistica mantenne una profonda individualità. Una testimonianza della sua notorietà e del suo talento è la sua partecipazione, nel 1895, al prestigioso Concorso Hoepli per illustrare i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Si trattava di una sfida ambiziosa, che lo vide confrontarsi con nomi del calibro di Gaetano Previati, esponente di punta del divisionismo, Giovanni Fattori, maestro della pittura macchiaiola, e Carlo Chiostri, illustratore di fama. Il fatto di essere stato selezionato per un progetto di tale importanza, al fianco di tredici altri pittori di spicco, dimostra quanto Mantegazza fosse considerato un artista di primo piano nel panorama artistico norditaliano dell'epoca. Varie opere di Mantegazza risultano esposte in alcuni dei più rilevanti musei del nord Italia: ci basti pensare a Mozart suona alla corte di Giorgio III dell’Accademia Carrara di Bergamo o a Pittrici in riva a un fiume della GAM di Milano.
Il nostro dipinto appartiene al filone più ricco e fortunato della produzione di Mantegazza, quello delle scene di genere in costume settecentesco. In questa ramificata composizione la scena cortese appare rappresentata in maniera estremamente realista, con dettagli resi con finezza e maestria.