Salvator Rosa (1615–1673), Soldato con scudo di Medusa. Acquaforte, serie Figurine, XVII secolo

Salvator Rosa (1615–1673), Soldato con scudo di Medusa. Acquaforte, serie Figurine, XVII secolo

Acquaforte originale di Salvator Rosa (Napoli 1615 – Roma 1673), dalla celebre serie delle Figurine, raffigurante un soldato con scudo ornato dalla testa di Medusa. Databile agli anni fiorentini dell’artista (ca. 1656–1657), reca la firma “S.R.” incisa nella lastra ed è considerata al secondo stato, l’ultimo conosciuto (Bartsch 63; Bozzolato 43; Rotili 65; Wallace 62; Theodoli 62/II).

La serie delle Figurine, composta da oltre sessanta soggetti, fu concepita come un repertorio di invenzioni grafiche raffiguranti guerrieri, filosofi ed eremiti, che i collezionisti del Seicento raccoglievano in album. A Firenze, l’artista aveva intorno a sé un circolo di letterati e collezionisti che apprezzavano incisioni di carattere fantastico e filosofico, e proprio in quel contesto Rosa sviluppò questa serie di fogli incisivi e immaginativi.

Il foglio misura circa 14,5 × 9,5 cm ed è stampato su carta vergellata antica, con catene visibili a circa 32–34 mm di distanza. Questa misura è tipica delle cartiere italiane del XVII secolo e differisce dalle carte francesi e fiamminghe della stessa epoca, che presentano catene più ravvicinate (25–28 mm). L’analisi della carta, unita alla vivacità del tratto e alla freschezza del segno, conferma che si tratta di una tiratura seicentesca o dei primi decenni del Settecento, e non di una ristampa più tarda.

La lastra non subì ulteriori modifiche dopo l’aggiunta della testa di Medusa sullo scudo: tutte le impressioni conosciute appartengono quindi al secondo stato.

Esemplari dello stesso soggetto si conservano in importanti collezioni museali, tra cui il Metropolitan Museum of Art (New York), il British Museum (Londra), il Norton Simon Museum (Pasadena), la National Gallery of Art (Washington), i Fine Arts Museums of San Francisco e gli Harvard Art Museums (Cambridge).

Stato di conservazione: foglio integro, carta con patina antica e piccole tracce d’uso coerenti con l’età.

Bibliografia: Bartsch 63; Bozzolato 43; Rotili 65; Wallace 62; Theodoli 62/II.