La Conversione di san Paolo sulla via di Damasco (LINK)
Olio su tela
cm. 112 x 102 cm.
In cornice 125 x 114 cm.
La scena raffigura l'episodio, tratto degli Atti degli Apostoli, in cui il giovane esattore romano Saulo, mentre si recava a Damasco alla guida di soldati per andare a perseguitare i cristiani, venne accecato da una luce sovrannaturale proveniente da uno squarcio nel cielo che lo scaraventò a terra.
Dalle nubi apparve maestosa la figura di Gesù, e si rivolse al militare ormai disarcionato, mentre i suoi compagni attorno a lui, abbagliati da ciò che sta accadendo, fuggono sui loro cavalli imbizzarriti. «Saulo, Saulo perché mi perseguiti?» sono le parole che Cristo indirizzò a Paolo, il quale, coprendo gli occhi accecati da quel bagliore con la mano, reclina la testa.
L’episodio mette in scena lo stupore e lo spavento della Conversione del soldato Saulo, futuro apostolo delle genti Paolo, che allarga le braccia e le protende verso la luce, aperte ad accogliere la grazia e l'illuminazione divina.
Sebbene si tratta di un soggetto religioso, non si esclude che fosse destinata alla devozione privata, anziché a un luogo di culto: il dipinto presenta infatti un carattere prettamente "profano" più che devozionale.
Si tratta di un’opera - di cui è disponibile il pendant (link) - da condurre alla bottega o alla cerchia di Antonio Tempesta (Firenze 1555 - Roma 1630), artista di primo piano e di fondamentale importanza per lo sviluppo seicentesco del genere pittorico della ‘battaglia’.
Il suo stile, che si colloca nel periodo del tardo Rinascimento o del primo Barocco, è caratterizzato da elementi come il dinamismo della composizione, l'uso drammatico della luce e dell'ombra (chiaroscuro), e l'espressività delle figure.
Plasmò la sua arte nella cultura del tardo manierismo fine-cinquecentesco, acquisita dalla sua prima formazione a Firenze nella bottega del fiammingo Giovanni Stradano, con il quale collaborò nell'impresa decorativa di Palazzo Vecchio.
Attivo soprattutto a Roma dal 1572, lavorò per Papa Gregorio XIII nelle decorazioni nelle Logge Vaticane, e per molte tra le più nobili ed influenti famiglie, come i Farnese, Borghese, Giustiniani e Rospigliosi-Pallavicini, e fu richiesto soprattutto come autore di scene di battaglie storiche e bibliche.
Proprio a partire dal 1613 realizzò infatti, per il granduca Cosimo II, una serie di incisioni delle “battaglie bibliche” ispirate dalla “Gerusalemme liberata” del Tasso, soggetti che gli permisero di riscuotere un grande successo in casa Medici e nella Corte fiorentina, e che gli servirono come fonte di ispirazione per la sua produzione pittorica successiva.
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
L’opera è completata da una piacevole cornice in legno dorata e viene venduta corredata di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
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