Gustav Magyar Mannheimer, pittore di Budapest a Parigi – Donna con cappellino e ombrellino
Misure senza cornice: cm 16,3 × 10,8
(con cornice: cm 30,5 × 24,7)
Pittore ungherese durante il suo soggiorno a Parigi
Olio su tavoletta di legno
È una Parigi di fine Ottocento che si riconosce immediatamente, quando la fotografia ha già cambiato il modo di guardare e di costruire le immagini: il cappellino, l’ombrellino, una figura femminile colta come in uno scatto. Lo scorcio laterale di forte effetto ruota la figura e rompe ogni equilibrio frontale. L’inquadratura, decentrata e parzialmente tagliata, introduce un senso di imprevedibilità e di movimento interrotto, tipico di una visione moderna che guarda al reale come frammento e non come composizione chiusa.
Gustav Magyar Mannheimer (Budapest 1859 – ivi 1937) si formò all’Accademia di Budapest e successivamente a Monaco. A Vienna subì l’influsso di Hans Makart, con il quale collaborò alle decorazioni del Kunsthistorisches Museum. A Parigi frequentò l’Académie Julian, ambiente centrale per la formazione degli artisti stranieri di fine Ottocento, animato in quegli anni da maestri come Bouguereau, Lefebvre e Benjamin-Constant, garanti di una solida impostazione accademica ma pienamente inseriti nel contesto visivo modernissimo della capitale francese.
Il dipinto raffigura una giovane donna con cappellino e ombrellino, secondo un immaginario immediatamente riconducibile alla Parigi fin de siècle. La costruzione laterale dello spazio, la rotazione del corpo e il taglio parziale della figura rimandano a una pittura sensibile all’influenza della fotografia e a un nuovo modo di cogliere l’istante, vicino alla sensibilità impressionista.
L’abbigliamento fornisce elementi concreti di datazione: il cappellino rigido portato alto e l’ombrellino scuro appartengono alla moda femminile urbana diffusa tra 1885 e 1895, prima dell’affermarsi di copricapi più voluminosi negli anni successivi.
La pittura è realizzata su una sottile tavoletta lignea, probabilmente ricavata da un pezzo di scatola di colori o di scatola di sigari, come spesso facevano i pittori attivi a Parigi alla fine dell’Ottocento per lavorare in modo rapido e leggero, anche all’aperto. Lo sbieco sul lato destro rivela un supporto-frammento, in sintonia con una pittura pensata per cogliere l’attimo più che per costruire un’immagine definitiva.
L’opera è firmata in basso a destra in caratteri stampatello stilizzati e squadrati “MAGYAR MANNHEIMER”.
Sul retro sono presenti etichette antiche manoscritte in lingua francese, oltre a numerazioni di collezione, tra cui il numero 973 accompagnato da una stellina e dalle lettere “E.P.”, verosimilmente riferibili a un contesto espositivo.
Cornice coeva con motivi floreali in gusto Jugendstil.






































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