Scena bambocciante, Jan Miel (seguace di), XVIII secolo


Descrizione dell’oggetto d’antiquariato :

"Scena bambocciante, Jan Miel (seguace di), XVIII secolo"
Scena bambocciante, Jan Miel (seguace di), XVIII secolo
Olio su tavola, cm 38,5 x 51. con cornice L 66 x 53,5 x 4,5 cm

Il luminoso dipinto, dal grande impatto cromatico grazie alla tecnica dell’olio su tavola raffigura una vivace scena bambocciante, i cui personaggi si trovano in una campagna, vicino alla porta di ingresso di una cittadina o di un borgo. Con il termine Bambocciata si definisce quel genere di pittura volta a rappresentare, con vivacità figurativa e con animati effetti di luce e di colore, episodi di vita urbana e campestre, scene di strada, di taverne, di mercato, animati da gente del popolo, zingari e contadini. Questo soggetto si diffuse soprattutto nel XVII secolo, in aperto contrasto con la grande pittura ufficiale barocca, e fu così denominato dal soprannome “Bamboccio” dato al pittore olandese Pieter van Laer, che operò a Roma nella prima metà del Seicento.
La scena qui raffigurata con grande vitalità, mediante l’utilizzo di tocchi rapidi e materici di colore, illustra un momento di vita quotidiana legato all’attività rurale: sulla destra è dipinto, alle porte del borgo, un carro carico di fieno che due contadini stanno sistemando. Avanti a loro siedono alcune figure che sostano accanto ai loro cavalli. Una donna sul suo cavallo raggiunge un passante mentre dietro un pastore cammina con accanto il suo cane. Sulla sinistra siede di schiena un bambino che gioca con dei cagnolini vicino ad un cavallo che riposa seduto. L’ingresso al borgo è caratterizzato da una un varco ad arco tra mura antiche, descritte con poetico rovinismo, oltre al quale si affacciano alcune abitazioni. Il cielo, sereno, è segnato da qualche nuvola bianco grigia.
Il dipinto mostra una stretta vicinanza compositiva con le tele note di Jan Miel (Anversa 1599 - Torino 1663). Nato a Beveren-Waas vicino Anversa, Miel si formò in patria, forse presso la bottega di Gérard Seghers e poi di Anton Van Dyck. Nel 1636 è documentato a Roma e nel 1648 entra a far parte dell’Accademia di San Luca, della quale diventa priore nel 1661. Dopo gli affreschi ora perduti in Santa Teresa alla Lungara eseguiti per i Barberini, porta a termine i cicli pittorici nelle chiese di San Martino ai Monti, Santa Maria dell’Anima e San Lorenzo in Lucina e partecipa all’importante impresa decorativa della Galleria di papa Alessandro VII Chigi nel Palazzo del Quirinale. Alla produzione colta di pittore di storia affiancò quella delle "bambocciate", considerate le sue opere migliori e spesso confuse con quelle di Pieter Van Laer e Michelangelo Cerquozzi, e collaborando inoltre con pittori di architetture, come Alessandro Salucci e Viviano Codazzi.
Alla fine del 1658 Miel si trasferì a Torino su invito del duca Carlo Emanuele II. La sua arte era già nota in Piemonte, sin dal 1651, grazie alla “Madonna che presenta il Bambino a San’Antonio da Padova“ realizzata per il duomo di Chieri. Grazie alle prestigiose credenziali romani, nella città sabauda si occupò della decorazione del Palazzo Reale e della Reggia di Venaria, allora in costruzione.  Per Venaria ricevette l’incarico di affrescare la volta del salone di Diana (1661‐1663) e di fornire per le pareti la tela con il ritratto equestre di Enrichetta Adelaide e Ferdinando Maria elettore di Baviera (ora nel Castello di Racconigi) e le dieci Cacce oggi conservate presso il Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama a Torino (1659‐1661). La committenza ducale riguarda anche il Palazzo cittadino, dove il Miel esegue i plafonds della Sala del Trono (La Pace domina il Furor guerriero) e della Sala del Consiglio, già Alcova (Il sonno di Annibale) e dell’Alcova (Clodoveo riceve l’insegna del giglio), oltre a numerose sovrapporte, poi rimosse nei successivi allestimenti e non tutte ancora rintracciate.
L’opera è firmata con un monogramma M.C. (?) in basso a destra. L’autore di questo dipinto andrà ricercato tra i pittori seguaci di Jan Miel, attivo nel XVIII secolo. Si possono riconoscere alcuni caratteri tipici delle bambocciate del maestro, sia compositivi che stilistici, quali la stesura e le tipologie fisionomiche della sua produzione matura. Il pittore descrive con cura i diversi protagonisti, le loro gestualità e indumenti; attenzione che indica uno studio dal vero della vita quotidiana, letta e interpretata con naturalismo. La pennellata è rapida e disinvolta, e l’autore si dimostra abile, attraverso le lumeggiature, nella resa dei volumi e delle profondità.
Sono in corso studi storico-artistici mirati a delineare con maggior chiarezza la figura dell’autore.
La tavola è in buono stato di conservazione
Prezzo: 9 500 €
Artista: Jan Miel (disciple De)
Epoca: XVII secolo
Stile: Luigi XIV - Reggenza
Stato: Buono stato

Materiale: Dipinto ad olio su legno
Larghezza: 51
Altezza: 38,5

Riferimento (ID): 645858
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