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La rivoluzione atmosferica impressionista

Il cardine dell’evoluzione della pittura atmosferica è sicuramente la rivoluzione impressionista, movimento di tale prorompente forza da essere considerato anticipatore delle avanguardie. Questi artisti rendono protagoniste delle opere la luce naturale e l’atmosfera, recuperando la lezione del maestro da Vinci.

La rivoluzione impressionista

Viene individuata nel 1863 la data convenzionale di nascita della corrente, anno in cui Eduard Manet realizzò l’olio su tela La colazione sull’erba avviando una rivoluzione artistica basata anche su un nuovo utilizzo della luce.

Gli artisti impressionisti erano uniti da un categorico rifiuto dell’arte accademica. Quest’ultima si basava sul lavoro in studio, il rispetto di regole compositive tradizionali come l’uso del disegno e l’osservanza della forma.

I pittori impressionisti introdussero invece grandi novità. Prima di tutto, eliminarono il bozzetto e i disegni preparatori. Poi, soggetto dei loro dipinti diventò il paesaggio reso tramite l’utilizzo di colori complementari non mescolati ma giustapposti.

I papaveri -Wikipedia

I papaveri, Claude Monet, 1873 (fonte: Wikipedia)

Il maggior cambiamento fu sicuramente la scelta di dipingere en plein air. Questo comportò che il soggetto dei dipinti passò dalla figura umana al paesaggio e soprattutto che la luce divenne protagonista assoluta.

Si tratta di una pittura tutta vibrante e aerea perché pone al centro una luce naturale. Gli impressionisti recuperano dunque la lezione, oltre che di Leonardo da Vinci e di William Turner, anche di Courbet, della scuola di Fontainbleau e di Delacroix.

Claude Monet e lo studio sulla luce

L’artista impressionista che prestò maggior attenzione alla luce, rendendola protagonista all’interno delle proprie opere, fu Claude Monet. Nato a Parigi nel 1840, fu influenzato dalla visione e dallo studio dei dipinti di Delacroix, Rousseau, Courbet e Jongkind.

Sono due le serie di dipinti maggiormente caratteristici della poetica dell’artista, perché riflettono perfettamente la sua sensibilità atmosferica. Si tratta delle Ninfee e della Cattedrale di Rouen.

Le Ninfee

Le Ninfee sono un ciclo di 250 dipinti realizzato tra gli anni Novanta dell’Ottocento e il 1926, anno della morte dell’artista.

La peculiarità delle ninfee è quella di essere in grado di generare straordinari effetti di luce e colore. In sintesi, la ricerca di Monet si concentrò sulle variazioni luministiche che derivavano dalle diverse ore del giorno.

La serialità è dunque un mezzo per mostrare la potenza che ha la luce sulla visione e su come, al cambiare di questa, cambi anche il soggetto.

Ninfee , Claude Monet,1920, (fonte: Wikipedia)

Di grande rilievo è anche il fatto che fu lo stesso Monet a progettare la sala espositiva all’Orangerie des Tuileries dove sono esposte oggi alcune delle tele monumentali realizzate dall’artista. Si tratta di una sala di forma ellittica che dà la sensazione di continuità e di ciclicità tra le opere e che è illuminata da una luce naturale.

La Cattedrale di Rouen

Questa serie è stata realizzata tra il 1892 e il 1894 e comprende 30 dipinti.

Questi oli su tela rappresentano il portone della Cattedrale dal medesimo punto di vita, semplicemente in orari diversi. Anche in questo caso, il motivo che spinse l’artista a intraprendere questa ricerca fu quello di voler capire i fenomeni della luce .

Interessante è notare come un componente importante del dipinto sia l’orologio sulla facciata. Monet, anticipando i cubisti, tentò di inserire la quarta dimensione (quella del tempo) sulla tela e l’unico modo che trovò per farlo fu quella di mostrare l’evoluzione della luce diurna.

La Cattedrale di Rouen a mezzogiorno , Claude Monet, 1894 (fonte: Wikipedia)

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