Oggetti d'antiquariato

Breve guida all’iconografia dei santi

Quando ci si trova davanti ad una pala d’altare, può capitare di faticare a riconoscere i santi effigiati: ciascuno di essi ha però attributi e simboli specifici ed inconfondibili che, fin dal Medioevo, permettono al fedele-spettatore di riconoscere la figura dipinta.

San Pietro Apostolo e san Paolo di Tarso

Uno degli attributi più ricorrenti di San Pietro sono le due chiavi , una argentata e una dorata, che tiene tra le mani. Infatti, l’apostolo, secondo il V libro delle Epistole: «Ricevette le chiavi del Regno dei cieli, il potere di legare e sciogliere è affidato a lui, la cura della Chiesa intera e il suo governo sono dati a lui». Lo si può trovare effigiato o come giovane pescatore vicino al fratello Andrea o come uomo maturo, con la lunga barba e i capelli bianchi riccioluti sopra i quali svetta l’aureola dorata.

Vedi anche: Beve guida all'iconografia delle sante.

Oggetti che accompagnano frequentemente la raffigurazione di San Pietro sono un libro, la palma del martirio, un manto drappeggiato e un gallo («Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: “Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte”», Luca 22, 54b-62).Un’altra consueta rappresentazione è quella del martirio: il Santo fu crocifisso a testa in giù in quanto, non ritenendosi degno di morire come Gesù, domandò di far capovolgere la croce.

Crocifissione di San Pietro

Crocifissione di san Pietro, Caravaggio, olio su tela, 1600-1601 Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma

Vocazione dei primi apostoli

Vocazione dei primi apostoli, Domenico Ghirlandaio, affresco, 1481-1482.Cappella Sistina, Città del Vaticano

San Paolo di Tarso solitamente è raffigurato con una spada in mano, che rappresenta la parola di Dio, i capelli bruni e un abito o un mantello drappeggiato. Spesso è in compagnia di San Pietro e tiene in mano un libro.

Vedi anche: La breve guida all'iconografia dei santi meno comuni.

L’episodio più ricorrente è quello della conversione in cui il Santo, caduto da cavallo sulla strada per Damasco, viene travolto da un fascio di luce . Infatti, dagli Atti degli Apostoli: «E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce» (At 9, 1-18) .

Conversione di San Paolo, Caravaggio, olio su tela, 1600-1601 Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma

San Giovanni Battista, san Sebastiano e san Girolamo

Lo si può trovare come infante che tiene in mano un agnellino simbolo di Cristo e una croce fatta di bastoncini o bambù seduto accanto a Gesù bambino e Maria Da adulto, invece, viene solitamente raffigurato con la barba i lunghi capelli scuri nell’atto di battezzare Cristo nel fiume Giordano e vestito con una pelle di cammello e la croce da cui pende un cartiglio su cui è scritto: «ECCE AGNUS DEI».  Altri attributi iconografici sono la scodella del battesimo, la palma del martirio o un vassoio, legati alla decapitazione.

Battesimo di Cristo, Piero della Francesca, tempera su tavola, 1445 Londra, National Gallery

Madonna del Cardellino, Raffaello, olio su tavola, 1506  Galleria degli Uffizi, Firenze

Soldato romano vissuto sotto l’impero di Diocleziano, san Sebastiano è uno dei santi con l’iconografia più facilmente riconoscibile: è infatti effigiato come un giovane seminudo legato trafitto da frecce . Secondo la tradizione, infatti, una volta che l’imperatore scoprì il culto di Sebastiano diede ordine di legarlo ad un palo sul Colle Palatino e di ucciderlo. Raro è trovarlo vestito e con una freccia in mano come nell’opera di Raffaello.

San Sebastiano, Guido Reni, olio su tela, 1615 ca. Musei Capitolini, Roma

San Girolamo viene raffigurato come un anziano eremita dalla lunga barba grigia , tendenzialmente coperto da un manto e da un cappello rosso. I due connotati principali sono la Vulgata e il leone , compagno di san Girolamo da quando, come riportato nel sesto capitolo della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, il santo gli tolse una spina dalla zampa.Si può trovare in uno studio a scrivere oa leggere oppure nel deserto della Tebaide , durante l’atto della penitenza. Altri due attributi ricorrenti sono il teschio e la croce.

San Girolamo nello studio, Colantonio, olio su tavola, 1445-1446 Museo nazionale di Capodimonte, Napoli

San Francesco d’Assisi e San Domenico

San Francesco è facilmente riconoscibile grazie al saio scuro chiuso da un cordone con tre nodi e le stigmate ricevute dal Santo sul Monte della Verna in seguito a quaranta giorni di digiuno.Anche i capelli sono immediatamente identificabili: porta infatti la chierica .Inoltre, ha spesso con sé il crocifisso, il teschio e alcuni animali.

Pala di Brera, Piero della Francesca, tempera e olio su tavola, 1472-1474 (San Francesco è il terzo da destra) Pinacoteca di Brera, Milano

San Domenico è effigiato di norma con l’abito domenicano bianco con il mantello nero, porta in mano un giglio o un libro. Ai suoi piedi siede un cane nero con una torcia in bocca.

Cristo deriso, Beato Angelico, affresco, 1438-1440 .Convento di San Marco, Firenze

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