Cena a casa di Simone il fariseo
Olio su tela ovale, cm 83 x 64
Con cornice, cm 90 x 71
L’episodio della Cena in casa di Simone è riportato nel Vangelo secondo Luca, alla fine del settimo capitolo: «Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato» (Lc 7,36-39).
Nell’episodio, la Maddalena, sinceramente pentita, bacia e cosparge d’olio i piedi di Cristo, lavati con le sue lacrime. La donna è ritratta al centro della scena, in primo piano, mentre li asciuga con i suoi capelli. Gesù è colto di profilo con il busto ruotato verso i commensali seduti dalla parte opposta del tavolo, intenti ad ascoltarlo o a perdersi in chiacchiere tra di loro. La luce proveniente dalla sezione superiore della composizione mette in risalto le azioni dei vari personaggi, quelli che conversano, quelli che osservano in silenzio, quelli che si muovono attorno al tavolo. L’opera, di scuola emiliana datata attorno al principio del XVIII secolo, mostra delle analogie rispetto all’operato di artista nato a Bologna nel 1685 ed allievo del pittore modenese Luigi Caula. Il tratto rapido e le pennellate corsive rimandano ad alcuni dei più celebri brani della produzione del maestro, come la Morte di Sant’Anna della chiesa bresciana di San Pietro al Foro o la cosiddetta Pietà di San Zeno, avente la medesima collocazione, entrambe eseguite attorno agli anni Venti del Settecento.