XVIII secolo, Luigi XVI, Napoli
Specchiera
Legno dorato e specchio al mercurio, cm 138 x 80
Luce, cm 59 x 44
Questa raffinata specchiera, capolavoro dell'ebanisteria napoletana del XVIII secolo, incarna in sé l'eleganza e la maestosità dello stile Luigi XVI. La cornice, riccamente intagliata e dorata, presenta un disegno armonioso e simmetrico, caratterizzato da motivi floreali e fogliacei che si intrecciano con gusto. Al centro della cimasa, una composizione scultorea di grande effetto raffigura una ricca voluta che culmina in un elemento decorativo a forma di fiore stilizzato, simbolo di raffinatezza e opulenza. I bordi della specchiera sono ornati da una serie di piccole volute e da una delicata bordura a perline, che conferiscono all'opera un'aria di leggerezza e raffinatezza. La patina dorata, uniforme e brillante, esalta la bellezza delle sculture e dona all'oggetto un'aura di preziosità.
Lo stile Luigi XVI, che si sviluppò in Francia durante il regno di Luigi XVI (1774-1792), rappresenta una delle espressioni più raffinate e sofisticate del gusto neoclassico. Caratterizzato da linee semplici e pure, da proporzioni equilibrate e da una ricca decorazione a base di motivi geometrici e floreali, questo stile si distingue per la nostra eleganza sobria e per la sua attenzione ai dettagli. Le forme sono essenziali e geometriche, ispirandosi all'arte antica, mentre le decorazioni sono spesso ispirate alla natura, con l'utilizzo di ghirlande, festoni, rosette e motivi a foglie.
La specchiera in questione rappresenta un perfetto esempio di questo stile: le sue linee semplici e pure, le proporzioni equilibrate, le decorazioni a base di motivi floreali e la patina dorata sono tutti elementi tipici del gusto Luigi XVI. Questa opera, frutto dell'abilità di un abile ebanista, incarna l'ideale di bellezza e di raffinatezza che caratterizzava l'aristocrazia del XVIII secolo.
A sottolinearne ulteriormente l’altissima qualità vi è lo specchio al mercurio all’interno. Lo specchio al mercurio, precursore dei moderni specchi d'argento, è un'affascinante testimonianza dell'ingegno umano e dell'evoluzione tecnologica. La tecnica per l’ottenimento della superficie riflettente attraverso la deposizione di mercurio al di sopra di una serie di strati di stagno, accuratamente levigati, posti preliminarmente sulla superficie vetrosa permise di rivoluzionare il mercato degli specchi.
I primi esemplari realizzati con questa tecnica risalgono al Cinquecento e furono il frutto delle ricerche dei Maestri vetrai veneziani. La qualità degli specchi così ottenuti era talmente superiore a quella consentita dalle precedenti tecnologie che la Serenissima pose sotto segreto la lavorazione. Nonostante la minaccia di severissime pene, ugualmente vi furono fughe di informazioni, tanto che già nel XVII secolo in Francia si realizzavano specchi al mercurio, anche se di qualità inferiore a quella veneziana. La famosa Galleria degli Specchi del Castello di Versailles è decorata con centinaia di specchi al mercurio realizzati presso la manifattura Saint-Gobain, celebre vetreria che ancor oggi, sotto lo stesso nome, produce vetri e cristalli per gli usi più diversi. Lo specchio al mercurio cedette il passo nel XIX secolo allo specchio in cui l’effetto riflettente fu ottenuto mediante l’uso di stagno e di alluminio, grazie all’invenzione del chimico tedesco Justus von Liebig.