Ermocrate Bucchi (Urbino 1842- Milano 1885), “Giorno di festa”, seconda metà XIX secolo.
Olio su tela, cm. 110 x 144.
Firmato “E. Bucchi” in basso a sinistra.
La tela raffigura un’inconsueta natura morta: anziché sistemate ordinatamente in un vaso, margherite, viole e rose dai colori tenui si trovano sparpagliate sopra i gradini di una scalinata. Bucchi, rinomato per le sue nature morte di fiori delicate e vivide, sceglie qui di rappresentare anche la figura umana, che è però quasi d’intralcio al vero soggetto. In uno scherzoso gioco di prospettiva, l’artista mozza le figure dei due novelli sposi a cui, usciti dalla chiesa, vengono lanciati mazzi di fiori, mostrandone solo il corpo dalle ginocchia in giù.
BIOGRAFIA
Ermocrate Bucchi nasce ad Urbino nel 1842. Di condizioni economiche modeste, da giovanissimo lavora in una drogheria, per poi essere avviato alla carriera ecclesiastica. In lui, tuttavia, vi è una forte vocazione artistica che lo porta ad iscriversi all’Accademia di Brera; per poter continuare gli studi, nel frattempo lavora come incisore di avorio. Presso l’Istituto diventa pupillo del pittore Luigi Scrosati (1814 - 1869), importante acquerellista nonché autore di vari cicli di affreschi, di cui alcuni al Palazzo Poldi-Pezzoli. Sotto la guida dello Scrosati comincia a dipingere nature morte di fiori, con tale maestria ed eleganza da valergli gli elogi dei contemporanei, come dimostra la cronaca dell’epoca in occasione della partecipazione del pittore alla Mostra Artistica di Brera del 1881. In quell’occasione, il mercante d’arte Goupil, colpito dal suo talento, spedisce i suoi migliori acquerelli di fiori in Olanda; il mercato olandese accoglie Bucchi con entusiasmo, garantendogli fama in tutto il nord Europa e persino una discreta agiatezza. Muore a Milano nel 1885; alcune sue opere sono attualmente conservate al Musée d’Orsay ed in collezioni private.