Maddalena in preghiera
Olio su rame, cm 35 x 27
Con cornice, cm 50 x 44
Abraham Janssens, nato ad Anversa intorno al 1573-1574 e spentosi ad Amsterdam nel 1632, è una figura affascinante e, per certi versi, ingiustamente trascurata nel panorama dell'arte barocca fiamminga. Sebbene il suo nome sia spesso oscurato dalla grandezza di Peter Paul Rubens, Janssens fu un innovatore significativo, un pittore di notevole talento che giocò un ruolo cruciale nella transizione dal manierismo al barocco, specialmente per quanto riguarda la pittura di storia nelle Fiandre. La sua formazione artistica ebbe luogo ad Anversa, dove fu allievo di Jan Snellinck il Vecchio. Questo apprendistato gettò le basi per una carriera che lo avrebbe visto emergere come uno dei principali pittori della sua generazione. Un viaggio in Italia, probabilmente tra il 1597 e il 1602, fu un momento formativo fondamentale. A Roma, Janssens ebbe l'opportunità di confrontarsi con le opere dei maestri rinascimentali e, cruciale per il suo sviluppo, con l'emergente caravaggismo. L'influenza di artisti come Caravaggio e Annibale Carracci è evidente nella sua successiva produzione, in particolare nella sua predilezione per un modellato scultoreo e un uso drammatico della luce. Al suo ritorno ad Anversa, Janssens si affermò rapidamente come maestro della Gilda di San Luca nel 1602-1603. Fu un periodo di grande fermento artistico nella città, e Janssens si trovò a competere e a collaborare in un ambiente dinamico. Le sue prime opere, come la "Scala della Virtù" (circa 1605) o "Diana e Callisto" (circa 1601), mostrano ancora delle reminiscenze manieriste, ma già rivelano un'attenzione alla monumentalità delle figure e una chiarezza compositiva che prefigurano il barocco. Il suo stile maturò rapidamente, e tra il 1606 e il 1612, Janssens produsse alcune delle sue opere più significative, caratterizzate da una robustezza scultorea delle figure, un'illuminazione forte e direzionale, e una capacità di esprimere un pathos drammatico. Esempi eccellenti di questo periodo includono "Scheletro con la falce, le tre Parche e una giovinetta" (1608), un'allegoria della caducità della vita, e soprattutto "Scalata al Calvario" (1609-1610), un'opera di grande impatto emotivo e compositivo. Un aspetto distintivo dell'arte di Janssens è la sua enfasi sulla fisicità e sulla resa anatomica, spesso con una tendenza all'eroismo delle figure. Questo lo distingue in qualche misura da Rubens, il cui stile era più orientato verso la fluidità del movimento e la brillantezza cromatica. Janssens, al contrario, prediligeva una tavolozza più sobria e terrosa, e le sue composizioni, pur dinamiche, mantenevano una certa staticità monumentale, quasi scultorea. La rivalità, o perlomeno il confronto, con Rubens è un elemento ineludibile nella biografia di Janssens. Entrambi erano artisti di primissimo piano ad Anversa, e sebbene Rubens alla fine abbia prevalso in termini di fama e commissioni su larga scala, Janssens mantenne un ruolo significativo, specialmente per le opere di soggetto religioso e mitologico destinate a una clientela colta. È interessante notare come entrambi gli artisti abbiano contribuito a definire il linguaggio barocco fiammingo, ma con approcci stilistici distinti. Negli ultimi anni della sua carriera, lo stile di Janssens divenne meno rigoroso e più influenzato dalle tendenze del tempo, in parte per l'ascesa di Rubens. Tuttavia, la sua importanza come pioniere non può essere sottovalutata. Egli fu uno dei primi a portare il vigore del naturalismo italiano nelle Fiandre, aprendo la strada a generazioni future di pittori. Abraham Janssens fu un artista di profondità e complessità, la cui opera merita una riconsiderazione. La sua capacità di fondere la monumentalità del Rinascimento romano con l'intensità drammatica del caravaggismo lo rende una figura chiave per comprendere lo sviluppo del barocco fiammingo. Sebbene non abbia raggiunto la fama universale di Rubens, la sua produzione è un testamento della sua maestria e del suo contributo fondamentale alla storia dell'arte.
Il nostro dipinto riprende uno dei più fortunati modelli della pittura di Abraham Janssens; quello della Maddalena in preghiera si rivela infatti uno dei moduli iconografici più ripresi dai suoi allievi e seguaci. Il dipinto mostra una figura femminile, identificabile con Maria Maddalena, seduta in una posa pensosa e devota. Il suo sguardo è rivolto verso l'alto, con un'espressione di profonda contemplazione o preghiera, e i suoi occhi sembrano leggermente arrossati, suggerendo lacrime o intenso fervore. La donna è riccamente vestita con abiti che, pur denotando un certo lusso, sono presentati in modo da richiamare la sua passata vita mondana prima della conversione. Indossa una veste bianca o crema sotto un corpetto scuro, e un ampio drappo giallo dorato le avvolge le spalle e le braccia, creando pieghe voluminose e luminose. Sulle braccia porta bracciali dorati, e intorno al collo diverse collane, una delle quali adornata con perle e pendenti rossi e dorati. I suoi lunghi capelli scuri le cadono liberamente sulle spalle. Sul capo, una piccola decorazione floreale rossa completa l'acconciatura. La scena è ambientata in un interno scuro e quasi spoglio, che enfatizza la figura centrale. Sul lato destro del dipinto, in basso, sono visibili alcuni attributi tipici delle rappresentazioni di Maria Maddalena e della vanitas: un teschio umano, simbolo della mortalità, e diversi oggetti preziosi come gioielli e forse una corona o un diadema, che rappresentano i beni terreni abbandonati in favore della spiritualità. Un'urna o un vaso di unguenti, un altro attributo iconografico della Maddalena, potrebbe essere appena visibile in secondo piano sulla destra. L’illuminazione drammatica è di chiara derivazione caravaggesca, con una luce che sembra provenire dall'alto a sinistra, illuminando il volto, il petto e il drappo giallo, creando forti contrasti tra le zone illuminate e quelle in ombra. Questo chiaroscuro accentua la profondità emotiva e la spiritualità della scena, tipica dell'arte barocca in Italia così come a nord delle Alpi. La pennellata appare ricca e materica, specialmente nella resa dei tessuti e dei gioielli.