Al centro della composizione si inserisce una scatoletta rettangolare con coperchio incernierato, finemente incisa con ghirlande e fiori stilizzati, destinata a custodire micce e zolfanelli. Da un lato pende, tramite catena, un piccolo secchiello spegnifiamma, utile per estinguere la fiamma con gesto rispettoso, senza soffiarvi sopra.
L’oggetto unisce funzionalità e spiritualità: da un lato risponde all’esigenza pratica di accendere e spegnere le luci festive, dall’altro esprime, attraverso la ricchezza dei motivi decorativi, la sacralità della luce nello spazio domestico e sinagogale. Il linguaggio ornamentale – floreale e intrecciato – rimanda all’arte dell’Europa orientale, in particolare alle comunità ebraiche della Galizia e della Russia del XIX secolo, dove la lavorazione dell’argento raggiunse una notevole diffusione.
Un piccolo punzone inciso sulla base testimonia la manifattura artigianale, rendendo questo accendino non solo un oggetto d’uso, ma anche una preziosa testimonianza della cultura materiale ebraica, in cui la fiamma diventa memoria, rito e identità.





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