Splendida coppia di vasi ornamentali a urna, realizzati in alabastro tartarugato e riccamente decorati con bronzi dorati al mercurio, esempi eminenti del gusto neoclassico romano e riconducibili all’ambito della bottega di Luigi Valadier (Roma, 1726–1785), tra i massimi orafi e bronzisti del XVIII secolo.
I corpi, in alabastro dalle sfumature calde e venature traslucide, assumono una forma ovoidale elegantemente rastremata verso il piede, innestata su alti basamenti quadrangolari in alabastro e bronzo cesellato. La decorazione bronzea include corone d’alloro annodate e fregi con pendoni fogliati, simboli di gloria e virtù classica, finemente cesellati e distribuiti con perfetto equilibrio decorativo.
I manici a sviluppo verticale sono sorretti da testine femminili ideali in bronzo dorato, probabilmente ispirate a figure di Vestali o allegorie della Dea Roma, con elaborate corone d’alloro e pettinature classiche.
Attorno al collo dei vasi corre una larga fascia decorata da festoni di foglie di vite intrecciati a mascheroni apollinei e bacchici, raffiguranti volti sereni e simmetrici, tipici del repertorio neoclassico e della produzione Valadier, dove l’equilibrio tra grazia e rigore decorativo è centrale.
Il coperchio, in alabastro sagomato, è sormontato da una pigna in bronzo dorato, elemento apotropaico e simbolo di fertilità. Alla base del corpo vascolare si dispiega una corolla di foglie d’acanto, raccordando armoniosamente la forma alla base.
L’insieme è fortemente riferibile all’ambito della bottega di Luigi Valadier, la cui produzione si distinse per la combinazione di pietre dure e bronzi dorati, secondo un lessico ispirato all’antico ma reinterpretato con eleganza rocaille e rigore archeologico. I festoni, le teste ideali, i coperchi scanalati con pigna e i basamenti architettonici richiamano modelli oggi conservati al Louvre, al MET di New York, alla Galleria Borghese o alla Villa del Cardinal Albani.
La qualità dell’intaglio, la resa volumetrica e la ricchezza iconografica fanno ipotizzare una committenza colta e altolocata, forse destinata al mercato internazionale, francese o inglese, come era frequente per le opere uscite dalla bottega Valadier nella seconda metà del XVIII secolo.

































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