Quest’opera, intitolata Mural Ovale e datata 1977, è di Enrico Sirello (Livorno, 1930–2012), figura di rilievo dell’avanguardia livornese e tra gli artisti italiani legati al movimento dell’Arte Programmata.
Nasce dall’intersezione tra l’interesse di Sirello per l’arte astratta e il suo studio sulla psicologia della percezione visiva. Per l’artista, dipingere significava indagare il funzionamento dello sguardo — comprendere come forma, colore e direzione influenzano la nostra esperienza visiva.
Realizzato ad acrilico su pannello (35 × 35 cm), firmato, datato e titolato al retro (n. archivio 05/9378), il dipinto appartiene a una serie di “esperimenti visivi” concepiti negli anni Settanta. Le forme nere e bianche, attraversate da due linee rosse, sembrano muoversi e vibrare, come se la superficie fosse animata da un respiro interno.
Sirello definiva questi lavori “osservazioni notturne”, nate “dal buio della mente” — non sogni, ma visioni mentali maturate in un silenzio concentrato. Attraverso tali esperienze, l’artista tradusse in pittura i principi della psicologia della forma (Gestalt), sviluppando quella che chiamava una ricerca sugli effetti anisotropici, ovvero su come un’immagine possa mutare a seconda della direzione dello sguardo.
In queste opere l’arte diventa un campo di indagine percettiva: un equilibrio tra rigore e intuizione, tra pensiero e movimento, dove l’occhio dello spettatore completa l’opera con la propria esperienza.
Stato di conservazione: buono stato originale, superficie stabile, leggere tracce del tempo.
Cornice: listello nero originale.
Biografia
Enrico Sirello (1930–2012) è stato un pittore livornese che ha dedicato la propria ricerca al rapporto tra arte, percezione e pensiero. Più che rappresentare la realtà visibile, cercava di capire come l’occhio e la mente costruiscono ciò che vediamo.
La sua opera si inserisce nel movimento dell’Arte Programmata, nato in Italia negli anni Sessanta, dove artisti e studiosi unirono arte e scienza per esplorare il fenomeno del movimento reale o illusorio attraverso strutture geometriche programmate.
Nel 1965 partecipò alla mostra Strutture Significanti insieme a Baldi, Cannilla, Drei, Glattfelder, Guerrieri, Lazzari, Lorenzetti, Masi, Pace e Pesciò, accompagnata da testi critici di Giulio Carlo Argan, Germano Beringheli e Emilio Garroni.
Per tutta la vita Sirello rimase fedele alla sua idea che l’arte è uno spazio mentale, dove il pensiero prende forma visiva e la visione stessa diventa un’esperienza.





































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