Donna con fiori sul capo, scultura in terracotta, 1946, Giorgio Rossi (1894–1981), scultore toscano
Firmata e datata "Giorgio Rossi 1946" sul retro.
Materiale: Terracotta modellata a mano
Dimensioni: Altezza 53 cm, Larghezza 18 cm
Pezzo unico
Questa scultura in terracotta raffigura una giovane donna in posizione eretta, con un mazzo di fiori portato sul capo e un altro tra le mani. La figura, composta e serena, richiama gesti quotidiani della tradizione rurale, resi attraverso linee stilizzate ed essenziali. La semplificazione dei volumi e l’equilibrio delle proporzioni riflettono la fase matura dell’artista, con richiami evidenti alla sensibilità tardo déco. L’opera può essere definita un esempio di Art Déco etrusco, in cui la forma semplificata evoca al tempo stesso la solennità della statuaria arcaica e l’eleganza moderna degli anni Trenta.
L’utilizzo della terracotta lega quest’opera alla lunga tradizione toscana che, dagli Etruschi al Rinascimento, ha fatto del modellato d’argilla una forma d’espressione artistica e culturale profondamente radicata nel territorio. Nelle mani di Rossi, questo materiale diventa mezzo di espressione contemporanea, capace di confondere le tracce tra antico e moderno.
La scultura è documentata nei cataloghi delle collezioni di Giorgio Rossi e proviene direttamente dalla famiglia dell’artista, dove è stata conservata come parte del suo lascito personale.
Condizioni:
Ottimo stato di conservazione.
Esposizioni:
Sebbene realizzata nel 1946 — dopo il periodo in cui Rossi partecipò alla Biennale di Venezia (1930, 1936) — l’opera prosegue il linguaggio formale già affermato nei decenni precedenti: una sintesi misurata, forza plastica ed eleganza senza tempo.
Biografia dell’artista:
Giorgio Rossi (1894–1981) è stato uno scultore toscano noto per la capacità di interpretare il realismo e la tradizione figurativa con una sensibilità moderna. Nato a Firenze, si formò presso l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Antonio Bortone. Le sue opere, spesso realizzate in terracotta e alabastro, si distinguono per le forme essenziali che mettono in risalto la forza espressiva del soggetto.
Espose in importanti istituzioni italiane, tra cui la Biennale di Venezia (1930, 1936), e insegnò per oltre trent’anni presso la Scuola Artistica e Industriale di Volterra, contribuendo al rinnovamento dell’arte toscana del Novecento. Le sue opere, tramandate attraverso il lascito familiare, testimoniano una visione in cui si fondono tradizione e innovazione, radici etrusche e linguaggio moderno.