Oro, diaspro sanguigno, smalti policromi, cristallo di rocca inciso, pittura su rame
Straordinario esempio di arte devozionale tardo-rinascimentale, questo pendente a doppia faccia – realizzato verosimilmente a Firenze tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo – unisce l’arte orafa, la miniatura, la lavorazione delle pietre dure e il simbolismo cristiano in un oggetto di eccezionale raffinatezza spirituale e tecnica.
Il corpo del pendente è in diaspro sanguigno (eliotropio), una pietra dura verde scuro con inclusioni rosse, tradizionalmente associata alla Passione di Cristo. È impreziosito da applicazioni in oro e smalti policromi, in particolare smalto blu e bianco a motivi araldici o floreali, disposti ai quattro lati in posizione crociata.
Sul fronte, protetto da un cristallo di rocca bombato, campeggia un intenso Volto di Cristo in rilievo dorato, inciso su una lamina metallica. Attorno al volto, la superficie dorata è decorata da delicate incisioni simboliche, che raffigurano:
Fiori a sei petali e rosette: simboli di purezza, resurrezione e gloria celeste;
Rametti e palmette stilizzate: allusione alla vita eterna, alla rinascita spirituale e alla vegetazione sacra;
Volute vegetali simmetriche: reminiscenza di motivi rinascimentali legati all’armonia cosmica e all’albero della vita.
Il retro presenta una miniatura dipinta su rame, raffigurante con grande sensibilità pittorica San Giuseppe accompagnato da un angelo. Su fondo oro, la scena manifesta un’intensa spiritualità, con il santo in atto di protezione e guida, forse verso il Cristo bambino o il fedele stesso.
Questo pendente, probabilmente concepito come reliquiario portatile o oggetto devozionale personale, testimonia la fusione perfetta tra fede, arte e simbolismo, all’interno di una cultura – quella fiorentina manierista – che faceva della bellezza un veicolo di elevazione spirituale.