Henri Biva (Parigi, 23 gennaio 1848 – Parigi, 2 febbraio 1929) è stato un pittore francese paesaggista, appartenente alla Scuola di Barbizon.
Henri Biva nacque e crebbe a Parigi nel quartiere di Montmartre al n.18 di rue du Vieux Chemin, in una famiglia di artisti. Fu normale, quindi, per lui e per suo fratello Paul (1851–1900), così come per suo figlio Lucien (1878–1965), intraprendere la strada della pittura.
Henri studiò all'École des beaux-arts, negli atelier di Leon Tanzi (1846-1913) e di Alexandre Nozal (1852-1929), mentre frequentava anche i corsi di William Bouguereau, di Jean-Joseph Benjamin-Constant e di Jules Joseph Lefebvre presso l'Académie Julian.
Il suo debutto avvenne al "Salon" del 1879 con due tele: "Les roses du parc" e "Pavillon d'été du Chateau de Villeneuve-l'Étang".
Per il loro spiccato stile naturalista - facilmente riscontrabile in tele come Villeneuve-l'étang (soir) e Après le coucher du soleil - i quadri di Henri Biva acquisirono ben presto notorietà ed entrarono sia nelle collezioni private che in quelle pubbliche.
Nel 1886 Biva espose tre opere all'"Esposizione Internationale di Blanc et Noir" (Louvre, Padiglione dell'insegnamento, Rue des Tuileries, Parigi, 20 marzo-20 aprile 1886). Fu quindi membro della "Société des artistes français", dove fu premiato due volte. Nel 1900, inoltre, ricevette una medaglia di bronzo all'Esposizione universale e, nello stesso anno, su proposta del Ministro dell'Istruzione Pubblica e delle Belle arti, venne insignito dell'ordine di Cavaliere della Légion d'honneur. All'inizio del secolo, Biva aveva raggiunto una notevole notorietà ed era diventato a sua volta un rispettato insegnante.
Definitosi come pittore naturalista, è possibile ritrovare le influenze dei suoi insegnanti nella particolare cura con cui realizzava le sue opere, sia nel trattare gli effetti luminosi che nel disegnare i più minuti dettagli. Una visione e una tecnica che lo fanno appartenere in pieno alla Scuola di Barbizon.
Lo stile di Biva oscilla fra il Post-impressionismo ed il Realismo, con una notevole componente naturalista. Così la sua pittura si caratterizza per i tratti complessi e per una tavolozza pura, intrisa di luce naturale, la luce del momento stesso in cui egli coglie l'immagine che lo ispira. Del resto, appare evidente come Biva abbia dedicato la massima attenzione agli effetti di luce e di atmosfera. Questa sua predilezione lo spinge verso il paesaggio e la natura morta floreale, soggetti in cui eccelle utilizzando sia i colori a olio che le difficili tecniche dell'acquarello e del pastello.
Questo grande acquarello mantiene ancora intatta, sotto il vetro originale, la freschezza dei suoi colori: un vaso in porcellana giapponese ricolmo di un mazzo di fiori, garofani e crisantemi, accanto al quale è poggiato un ventaglio orientale, un soggetto intriso di quel giapponismo tanto in voga tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. La sua abilità di pittore accademico e naturalista si coglie nella precisione del disegno come nello studio delle luci, dalle tonalità dorate del tramonto che, entrando da una finestra, hanno illuminato il soggetto.
L'acquarello, su carta applicato su tavola, non presenta strappi nè tracce di umidità. Ha una cornice coeva in legno e pastiglia dorata.
Misure
cornice cm 80 x 67
acquarello cm 63 x 52
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