Cena in Emmaus, firmato e datato 1943 – Scuola Romana (?) Novecento.
Dipinto di 60 × 85 cm con cornice antica. Datato ’43 e firmato, sebbene la firma sia solo parzialmente leggibile.
La scena presenta un Cristo moderno, privo di aureola, posto al centro di una composizione essenziale. Il soggetto rimanda alla Cena in Emmaus, qui reinterpretata in chiave contemporanea e priva di enfasi devozionale. Alla sua sinistra, una figura maschile sembra dissolversi nella luce che emana dal centro, creando un effetto di progressiva sparizione. Il tavolo, reso con una prospettiva volutamente deformata, introduce una geometria instabile che richiama sperimentazioni cubiste.
È evidente, osservando l’opera, che siano stati impiegati materiali di recupero. Il telaio antico, fissato con chiodi forgiati, presenta sul retro tracce di un’altra tela, probabilmente dipinta in toni scuri e riutilizzata. La cornice, con incastri tipici del Seicento, è anch’essa di recupero e in seguito ridipinta di bianco. L’impulso pittorico nasce con mezzi minimi, ma veicola un messaggio velato: un Cristo che appare a viandanti, un miracolo, una speranza nei tempi bui della guerra.
La pittura è materica, vicina per impasto e costruzione alle ricerche di pittori della Scuola Romana, con un ritorno al realismo filtrato da atmosfere metafisiche. La tavolozza, dominata da toni smorzati e argillosi, e i contorni appena accennati creano un’atmosfera sospesa e meditativa. Il cretto sulla superficie è dovuto alla tecnica esecutiva, non perfetta per via della difficoltà di reperire materiali in tempo di guerra.
L’opera si presenta in stato originale, con pittura pressoché priva di ritocchi.