Natura morta con fiori, vasellame e architetture sullo sfondo
olio su tela, cm 70 x 40
Cornice, cm 56 x 86
Il presente dipinto mostra una composizione con al centro una grande anfora dorata sdraiata su un fianco, rivolta verso sinistra. Da essa fuoriesce una cascata di fiori, creando un grappolo vibrante e disordinato. Accanto al vaso, un grande piatto bianco è appoggiato in diagonale contro di esso. I fiori sono raffigurati in vari colori, tra cui rossi, blu e bianchi accesi. Lo sfondo è arricchito dalla presenza di rovine antiche e un cielo misto di blu intenso e arancioni, che suggerisce un'ambientazione al tramonto o all'inizio della sera.
La marca spiccatamente napoletana, evidente nell’ aggiunta di oggetti di vasellame e del piatto azzurrino così come le corpose corolle dei fiorii, evidenzia il coevo influsso operato da Giuseppe Lavagna, protagonista del naturamortismo partenopeo del XVII secolo sulla scia di Andrea Belvedere, dei fioranti francesi e in sintonia con Gaspare Lopez, altro campione della natura morta napoletana.
Pochi sono i documenti sull’artista spesso confuso con Francecso Lavagna, con cui condivide quasi certamente un vincolo di parentela, citato dal biografo dei pittori, scultori e architetti napoletani Bernardo de Dominici.
Quello che è certo è che la presente natura morta è influenzata da questi maestri napoletani. I Lavagna privilegiano composizioni formate da cascate di fiori e di frutta, solitamente ambientate all’aperto, accompagnate da vasi, brocche, rovine antiche, statue di figure femminili e animali. Un altro dei tratti distintivi del pittore sono l’aggiunta di ceramiche dalla delicata colorazione azzurrina, non solo espediente cromatico dalla finalità decorativa ma testimonianza del raffinato gusto per la produzione artigianale che arrivava nei grandi porti come quello di Napoli.