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I Gioielli Sentimentali, la moda Neoclassica e gli affetti


Cosa sono i Gioielli sentimentali e perché nacquero proprio nel periodo Neoclassico, per iniziativa dei gioiellieri che contornavano i familiari di Napoleone Bonaparte? Perché e come si diffuse la moda dei gioielli con parole-chiave nascoste, incastonate lettera, per lettera in spille, bracciali e gioie? 

Bracelets acrostiches di Josephine, con i nomi dei figli Eugène et Hortense- crediti Chaumet, Chaumet-il-était-une-fois-le-bijou

Gioielli sentimentali, i Bracelets acrostiches di Josephine, con i nomi dei figli Eugène et Hortense- crediti Chaumet, Chaumet-il-était-une-fois-le-bijou 

IL GIOIELLO ACROSTICO

Il gioiello acrostico è una delle tipologie dei gioielli sentimentali e nasce a cavallo dell’’800, in ambito napoleonico, periodo che in gioielleria viene considerato pre-romantico per una particolare esaltazione e cura di affetti e sentimenti. Alcuni elementi, come il gioiello acrostico, l’uso di certe pietre, dei cammei, di talismani e capelli, continueranno nel periodo romantico e saranno ripresi in Inghilterra nell’Epoca Vittoriana negli anni 40-70. Ma l’acrostico comparirà in ambito Inglese solo negli anni 30-40, i precedenti sono in prevalenza francesi.

Vedi anche Le origini della Glittica, i cammei e la Tazza Farnese

Le iscrizioni più comuni, anche perché facilmente riproducibili con gemme, erano: Regard-Riguardo, Dearest-il più caro, Souvenir-Ricordo. All’occorrenza, quando risultavano sprovvisti delle pietre preziose corrispondenti a una o più lettere, i gioiellieri inventavano, di sana pianta, nuove gemme. In questo modo, riuscivano a scrivere frasi o parole più lunghe. All’epoca, iniziano infatti a circolare materiali di sintesi. Non era inoltre impossibile che, se i geologi scovavano un nuovo minerale e gli assegnavano un titolo provvisorio, più avanti le pietre assumessero nomenclatura scientifica diversa. Le più usate erano comunque smeraldi e rubini.

I GIOIELLI RELIQUARIO
Braccialetto Nitot con i capelli del Re di Roma, foto da libro

Braccialetto Nitot con i capelli del Re di Roma, foto da libro

Si iniziano a diffondere, inoltre, i “gioielli reliquiario” che, commemorativi o da lutto,  presentavano ciocche di capelli, segreti all’interno. Erano spesso usati nell’ambito della cerchia di generali e militari di Napoleone per esorcizzare i rischi legati alla vita nelle assidue guerre e battaglie. Nel periodo romantico verrà sempre più enfatizzato fino a far diventare i capelli parte strutturale dei gioielli stessi.
Maria Luigia, seconda moglie di Napoleone, aveva fatto realizzare da Nitot un bracciale con i capelli del figlio, il Re Di Roma. Il monile è oggi conservato al Museo Glauco Lombardi di Parma, a lei dedicato. Risulta completamente assemblato con un nastro di capelli biondi intrecciati, quasi tessuti. Al centro, a chiusura della maglia, vi è una placchetta rettangolare d’oro cesellato, sui cui lati sono allineate foglioline di viola lavorate a fondo opaco; su fondo granito sono incise delle palmette in oro liscio, firma stilistica del gioielliere di corte. I capelli dovrebbero essere proprio di Francesco Giuseppe Carlo, noto anche come Duca di Reichstadt. L’impiego di capelli è anche legato alla realizzazione di gioielli d’amore o “in memoriam”; non è un caso che Napoleone lasci quale disposizione testamentaria di creare braccialetti in oro includendovi i suoi capelli per sua moglie, sua madre, fratelli e sorelle.

La spilla per Ortensia, figlia di Josephine, realizzata da Nitot, crediti Chaumet

La spilla per Ortensia, figlia di Josephine, realizzata da Nitot, crediti Chaumet

CHI ERA NITOT?

Marie-Étienne Nitot lavorò per Maria Antonietta negli anni 1780. Il suo negozio si trovava in rue Saint-Honoré a Parigi. La leggenda narra che la sua vita cambiò rotta nel 1800, quando salvò la vita al Primo Console. Realizzò la spada del console, i gioielli per il matrimonio di Napoleone e Giuseppina, per l’incoronazione e molte tabacchiere. Con vai passaggi, Nitot et fils divenne l’odierna Maison Chaumet.
Per i ritratti della sua famiglia, a volte incastonati nei vari gioielli, Napoleone si avvalse spesso di Robert Lefèvre (1755-1830) e del miniaturista Isabey.
Napoleone stesso donò diversi bracciali acrostici per cesellare nella memoria momenti importanti.

I bracciali acrostici di Maria Luigia fatti da Nitot, Chaumet, acrostiches, crediti Chaumet

I bracciali acrostici di Maria Luigia fatti da Nitot, Chaumet, acrostiches, crediti Chaumet

I BRACCIALI ACROSTICI DI JOSEPHINE E MARIA LUIGIA

Tra i primi esempi del genere acrostico, spiccano i bracciali di Nitot regalati da Napoleone a Josephine con il nome dei due figli di primo matrimonio, da lui adottati: Ortensia ed Eugenio (Hortense et Eugeni). Anche la seconda moglie Maria Luigia (in seguito duchessa di Parma) riceverà in dono dei bracciali acrostici (o li commissionerà lei direttamente) di Nitot con le loro date di nascita, d’incontro e di matrimonio. La lettura è = Napoleon 15 Aout 1769 / Marie Louise 12 Decembre 1791 / 27 Mars 1810, data del primo incontro a Compiègne e 2 Aprile 1810, data del matrimonio.

Vedi anche: Vis-a-vis con le Bonaparte. Un format sulle donne.

Un altro bracciale regalato a Maria Luigia, probabilmente parte delle corbeille di nozze, è formato da 24 maglie in oro, al centro vi è una piccola piattaforma plasmata a foggia di prato fiorito dove riposa un cane, simbolo di fedeltà. Il corpo dell’animale è costituito da una perla barocca (si trova al Museo Glauco Lombardi di Parma).

Vinaigrette con acrostico Regard anni '20

Vinaigrette con acrostico Regard anni ’20

LE VINAIGRETTE 

Le vinaigrette erano invece piccoli contenitori (di pochi centimetri). All’interno, i sali o la spugnetta imbevuta in aceto aromatizzato servivano a far rinvenire le dame particolarmente svenevoli. Pensati come accessori alla moda, da portare appesi a catenella come breloques o ciondoli, si riconoscono perché all’interno sono muniti di una piccola griglia che tratteneva la spugnetta. Un esempio è la vinaigrette in foto, a forma di libretto, la decorazione è in oro con foglie e corolle, cesellate e incise su uno sfondo satinato a bulino, con texture puntiforme e sette castoni con gemme che compongono la parola “regard”. Presenta inoltre un piccolo accessorio cuore, con superficie lavorata a rilievo, che sul retro ha un contenitore per capelli.

LE SPILLE 

Nel mercato antiquario si possono scovare piccole broches. Per esempio, una coppia a forma di tortorelle – lavorate nel periodo romantico con la tecnica del cannetille (anni ’20-‘30 Ottocento), costituita di fili e granuli -, sono simbolo di lealtà e amore fedele. Riportano anch’esse la parola “regard”, sullo stesso modello è possibile trovare spille a forma di cestino di vimini ricolmo di fiori, o di strumento musicale come la lira. Ancora, si nota una spilla a forma di grande chiave con lucchetto, che sul retro ha la teca per capelli. La frase incisa è “hai la chiave del mio cuore”, mentre, sulla catenina, i castoni incatenati con le gemme formano la scritta regard. Presumibilmente inglese anni 1850-60 sembra in parte rimaneggiata. Quella del breloque o locket a forma di lucchetto con la chiave è un’altra tipologia di gioiello romantico vittoriano.

 

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