Roma, XVII secolo
Coppia di angeli
Legno dorato, cm alt 91 – 92
Base, cm 25 x 40
La coppia di putti presa in esame è un capolavoro del periodo barocco romano, periodo di sfarzo e opulenza dove i più abbienti cittadini erano interessati ad arricchire con preziose decorazioni, palazzi, salotti e cappelle private.
I due putti amabilmente intagliati poggiano, il primo un ginocchio il secondo un piede, su un pezzo di legno finemente intagliato. Le loro membra sono carnose e abbondati e i movimenti sono esagerati giocati sulla teatralità e il dinamismo tipico del barocco: il primo appoggiato su un ginocchio guarda dritto a sé mentre con una torsione brusca del busto porta un braccio indicante verso la sua destra; nel secondo il volto è direzionato nella posizione opposta a quello del braccio mentre il busto rimane fisso.
Raffronti si possono rintracciare con alcune sculture di alcuni dei plastificatori più importanti della Roma del XVII secolo tra cui Antonio Raggi (Vico Morcote, 1624 – Roma, 1686) – di cui ravvisiamo delle vicinanze con Amor sacro e amor profano deli Palazzo dei Musei (Modena), dove chiaro troviamo il richiamo ai volti paffuti e ai capelli dai ricci – o ancora nei putti realizzati per il Monumento funebre a Giulio Del Corno nella Chiesa di Gesù e Maria e nella Cappella Chigi in Santa Maria della Pace da Ercole Ferrata (Pellio Intelvi, 1610 – Roma 1686) e nella opera di Melchiorre Cafà (Vittoriosa, 1636 – Roma, 1667), l’ Apoteosi di Santa Caterina per la Chiesa di Santa Caterina da Siena a Magnanapoli.