Jacques Callot (Nancy, 1592–1635)
Entrée du Duc de Lorraine – Fête de cour à Nancy.
Incisione su carta vergellata
Dimensioni: 7,3 × 11,3 cm
Datazione: XVII secolo (dopo il 1627)
L’opera è legata alle celebrazioni ducali svoltesi a Nancy nel 1627, organizzate in occasione dell’entrée solenne del Duca di Lorena, rappresentato allegoricamente come il Sole. L’incisione fa parte di una serie di quattro stampe ideate da Jacques Callot per fissare la memoria delle feste di corte e degli apparati effimeri concepiti per l’evento.
La scena raffigura una macchina scenica allestita come giardino artificiale, articolata su più livelli, con terrazze, balaustre e vasi ornamentali. Al centro compare una fontana sostenuta da una figura di satiro, elemento decorativo e allegorico tipico degli apparati festivi barocchi, allusivo alle forze naturali e istintive poste al servizio dell’ordine celebrativo. Attorno all’apparato si muovono figure allegoriche e satiriche, impegnate in azioni simboliche che contribuiscono al carattere spettacolare e allusivo dell’insieme, senza rimandare a un episodio mitologico unitario.
La composizione riflette il gusto di Jacques Callot per il grottesco e il bizzarro, con figure minute e apparati effimeri resi come macchine teatrali cariche di ironia e ambiguità, in cui l’ordine cerimoniale è attraversato da una tensione sottile e inquieta, tipica della sua visione delle feste di corte.
L’incisione si collega ai disegni preparatori conservati presso il Musée Condé di Chantilly, appartenenti alla stessa serie, e a esemplari oggi conservati in collezioni pubbliche francesi, a conferma della diffusione e dell’importanza del ciclo.
La stampa è impressa su carta vergellata a telaio manuale, con fili verticali molto fitti e filoni orizzontali regolari e ben distanziati, chiaramente leggibili in controluce. La struttura della vergatura costituisce un elemento rilevante per la datazione: la distanza costante tra i filoni e la finezza dei fili verticali sono coerenti con le produzioni cartarie francesi e lorenesi del primo XVII secolo, differenti sia dalle carte italiane coeve sia dalle produzioni più tarde. L’impasto a base di stracci, la grana fine e la patina cromatica naturalmente maturata sono compatibili con una impressione seicentesca, coerente con una tiratura antica dell’opera.




































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