Giorgio Rossi (1892–1963)
Ritratto femminile (moglie di Gianni Vagnetti), anni 1930
Terracotta
Altezza: 44 cm
Scultore toscano attivo tra Firenze e Volterra, Giorgio Rossi realizza questo busto femminile negli anni Trenta, nel clima del Novecento (arte italiana del XX secolo) e delle ricerche figurative del periodo tra le due guerre. L’opera raffigura Marguerite Normand, detta Gioia, moglie del pittore toscano Gianni Vagnetti, figura presente e riconosciuta nell’ambiente artistico fiorentino dell’epoca.
Pittore fiorentino, Gianni Vagnetti intrattenne rapporti costanti con la Francia, dove si recò più volte nel corso degli anni Venti. Fu proprio durante uno di questi soggiorni che conobbe la futura moglie, di origine francese, qui ritratta.
Il busto appartiene alla fase di piena maturità della produzione di Rossi, quando il naturalismo degli esordi lascia progressivamente spazio a una costruzione più sintetica e controllata. Gli occhi dal disegno stilizzato, la semplificazione dei piani e la continuità del profilo rivelano una sensibilità vicina all’Art Déco italiano, filtrata attraverso una solida tradizione plastica toscana. La fisionomia individuale resta riconoscibile ma viene disciplinata entro una forma misurata, priva di intenti narrativi o celebrativi.
La terracotta, materiale prediletto dall’artista, richiama consapevolmente la tradizione etrusca e rinascimentale dell’Italia centrale. Rossi la impiega come strumento di sintesi plastica, lasciando la materia visibile e vibrante, coerente con una poetica fondata sulla solidità dei volumi e sulla chiarezza del linguaggio più che sul dettaglio descrittivo.
L’opera è documentata e pubblicata nel catalogo Volti dal passato. Giorgio Rossi e le sue Muse e costituisce una testimonianza rappresentativa di quella stagione del Novecento in cui la scultura toscana rinnova la tradizione del ritratto attraverso un equilibrio tra memoria classica e sensibilità moderna.
Stato di conservazione: buono.
Nota biografica
Giorgio Rossi (1892–1963) fu scultore e docente, attivo prevalentemente in Toscana tra Firenze e Volterra. Formatasi nei primi decenni del XX secolo, la sua attività lo portò a partecipare alle principali esposizioni nazionali, tra cui la Biennale di Venezia del 1930 e del 1936. La sua ricerca si sviluppò tra scultura monumentale, ritratto e piccola plastica, con una particolare predilezione per la terracotta e l’alabastro. A partire dagli anni Venti il suo linguaggio si orientò verso una sintesi formale riconducibile al Novecento, mantenendo sempre un forte legame con la tradizione plastica toscana. Parallelamente all’attività artistica insegnò per oltre trent’anni presso la Scuola Artistica e Industriale di Volterra.




































Le Magazine de PROANTIC
TRÉSORS Magazine
Rivista Artiquariato